Alle 15 venerdì è stato ospite della Puglia: il lato B del “tamarro” è quello di un intellettuale
Non chiamatelo Salone del Libro. Venerdì è diventato il Zalone del Libro. Tutti ad aspettare, lui, Checco, quello che ha la ricetta per combattere il terrorismo internazionale (un piatto di cozze pelose che distraggono il kamikaze) e trova «inconcepito» che qualcuno possa non avere mai visto la Puglia. Proprio lui, Luca Medici, l’intellettuale travestito da comico, l’ospite più atteso di venerdì. A ospitarlo, alle 15, la sua regione, la Puglia. A spiegarne il lato B, quello che non ti aspetti, uomo colto, tutto pianoforte e libri pensosi e pesanti, gente che lo conosce davvero bene: il regista dei suoi film Gennaro Nunziante, il critico cinematografico Gianni Canova che ha dedicato al comico un libro – ecco perché sono tutti al Salone - «Quo chi: di cosa ridiamo quando ridiamo di Checco Zalone» spiegando che il comico pugliese «offre anche al più cretino degli spettatori la possibilità di sentirsi meno cretino di lui» e Paolo Verri, altro profondo conoscitore del checcozalonismo. In realtà Gianni Canova non smetterebbe mai di parlare di Luca – lui non si sognerebbe mai di chiamarlo Checco – e ne svela volentieri il carattere e le attitudini che non si vedono nei suoi film.
IL PIANOFORTE
«Il successo di Luca alias Checco – spiega il critico – è che ha dentro di sè un metronomo della battuta. Sarà perché suona il pianoforte e bene, ma lui sa esattamente il momento in cui sganciarla, al centesimo di secondo, e lo fa, compiendo una sinfonia di comicità perfetta, che garantisce un successo identico in tutta Italia, anche se nei suoi film si parla dialetto pugliese, si scherza sul mammismo, si raccontano matrimoni che durano sino all’alba persi fra i trulli». Chi lo conosce bene, come Canova, ma anche come il suo regista Gennaro Nunziante racconta di un comico di successo, un Totò dei giorni nostri che «impersona benissimo il tamarro proprio perché ha fatto il classico, ha una laurea in giurisprudenza e suona il pianforte da dio». Insomma, è un uomo divertente, con lui ti diverti una cifra, ma è anche un intellettuale che ha capito quanto sia «trasversale l’analisi dei vizi medi dell’uomo medio». Lo scrittore tarantino Giancarlo De Cataldo – un altro fan – parla di Zalone come di un genio comico che ha scoperto nel luogo comune un passepartout per far ridere tutti: «É un modo per guardarsi allo specchio della caricatura arcitaliana».
EMANUELA MINUCCI, La Stampa