Il cantante, conosciuto con il soprannome di ‘Zagor’, aveva solo 46 anni. A Pesaro, nel 2004, aveva dato vita al gruppo insieme a Vittorio ‘Toto’ Ondadei, detto Ruben. Il successo nel 2015 grazie a ‘Italia’s Got Talent’, dove erano arrivati in finale
“Sono sempre lì a dire e fare e cantare e rovesciarvi e sorridervi”: era questo, come è stato scritto nel post di addio sulla pagina della band che aveva fondato, I Camillas, quello che davvero ha sempre fatto Mirko Bertuccioli in vita. Conosciuto nella scena musicale italiana come ‘Zagor‘, aveva appena 46 anni: è morto nella sua città, Pesaro, anche lui come tanti colpito dal coronavirus. Dopo il tampone risultato positivo, le sue condizioni sono peggiorate immediatamente tanto che dal 4 marzo era ricoverato in rianimazione all’ospedale San Salvatore. Lascia attoniti, più che mai, vedere una vita così giovane svanire, sentire che questa pandemia non risparmia nessuno e ti tocca da vicino, anche se vivi a chilometri di distanza, portandoti via tutto, non solo la libertà fisica ma anche quella del cuore e della mente che ti dava chi aveva in dono la capacità di comporre canzoni.
Mirko aveva fondato una delle band più divertenti del nostro panorama insieme a Ruben, vero nome Vittorio ‘Toto’ Ondadei, anche lui con un nickname bizzarro, ‘Ruben’, perfettamente in armonia con lo spirito del gruppo. Provenienti da due formazioni diverse, I Margot e i Fangoso Lagoons, Mirko e Vittorio decidono prima di inventarsi gli Aerodynamics con i quali, nel 2000, pubblicano l’album di debutto, Courmayeur e poi, nel 2004, si ritrovano di nuovo insieme nella formazione del duo, poi allargato, I Camillas.
Nella scena indipendente li conoscevano tutti, in particolare alcune delle formazioni che negli ultimi anni erano riuscire a diventare più o meno ‘mainstream’, riempiendo quei locali che oggi sono dolorosamente deserti: come Gioacchino Turù e i Pop X, della stessa scuderia di Calcutta, con i quali, nel 2014, avevano creato Un pacchetto di plastica, una collaborazione tra artisti che ha suonato sui palchi di mezza Italia.
I Camillas, però, sono diventati famosi soprattutto per la loro curiosa e inaspettata partecipazione a Italia’s Got Talent, nel 2015, arrivando addirittura in finale con due canzoni, Il gioco della palla e Bisonte, entrambe incluse nell’album Le politiche del prato.
Nella loro carriera quasi ventennale I Camillas hanno pubblicato dischi con alcune delle etichette più attive del ‘sottosuolo’ musicale italiano, dalla Wallace a Garrincha Dischi fino a Tafuzzy e Trovarobato – il primo nel 2007, intitolato Everybody in the palco – e persino un libro, nel 2015, per la casa editrice Il Saggiatore, La rivolta dello zuccherificio. Hanno firmato sigle – quella di Colorado, popolarissima trasmissione di Italia 1 – mentre Il gioco della palla era finita nel programma della Gialappa’s su Rai 4 dedicato alle partite della nazionale di calcio e altri pezzi, che portavano sempre la loro firma, erano stati inclusi nella serie Età dell’oro, realizzata da La Buoncostume e in onda nel dicembre del 2016 su Discovery (Dplay).
Ormai I Camillas sono delle stelle che regalano buon umore a tutti: suonano, registrano, ballano persino, realizzano il sogno della vita – un disco insieme a Flavio Giurato – e nel 2018 La macchina motivazionale è parte della colonna sonora del film Tonno spiaggiato di Frank Matano e Matteo Martinez. L’ultimo disco, del 2018, si intitola Discoteca Rock: un altro lavoro fatto per far stare bene chi è in ascolto.
Mirko, però, aveva un altro merito. Non meno grande di quello di strappare risate: a Pesaro teneva in piedi il negozio di dischi Plastic, perché era un irriducibile amante del supporto fisico. Non tollerava il fatto che tutto fosse acquistabile online, virtualmente, con pacchi arrivati direttamente a casa, senza un contatto umano. Lui amava parlare con le persone, consigliarle se necessario. Quello che ora ci è stato portato via. E che ha portato via Mirko, che col suo negozio ha resistito alla crisi ma non a questi tempi inaccettabili.
Repubblica