È la stessa Tor Bella Monaca di Lo chiamavano Jeeg Robot quella raccontata da Marco Bocci nel libro che segna il suo esordio da scrittore. L’attore, celebre ai più per esser stato il Commissario Scialoja in Romanzo Criminale e il Vicequestore Domenico Calcaterra in Squadra Antimafia, ha dato alle stampe A Tor Bella monaca non piove mai, romanzo nel quale ingiustizie e miserie vanno di pari passo con delusioni e meschinità maturate in una periferia che non fa sconti a nessuno. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Bocci, incontrato a Palermo in occasione della presentazione del suo libro.
I casermoni di Tor Bella Monaca, i lavoretti senza prospettive, un futuro che sembra essere scomparso. Ci sono tante coincidenze con Lo chiamavano Jeeg Robot, la pellicola rivelazione di questa stagione.
Sì, è vero, avevo notato certe affinità, anche se devo confessare che ancora non ho visto il film. Me lo rimprovero, ma sono troppo preso dagli impegni familiari al momento. Tornando al libro, mi premeva porre l’attenzione sulla periferia. Il racconto della periferia non viene mai fatto; si dice veramente poco di quanto sia difficile vivere quotidianamente nelle grandi città. L’esigenza di scrivere A Tor Bella Monaca non piove mai nasce da questo mio desiderio.
Che sensazione si prova a esordire come scrittore?
La scrittura me la porto dietro da anni. Scrivere è sempre stato un divertimento privato. La pubblicazione di questo romanzo, il piacere che mi ha dato scriverlo, mi spingono a continuare verso questa direzione. Il libro nasce dalla voglia di raccontare un percorso. La storia era dentro la mia fantasia da tempo. Nel protagonista c’è una parte di me, anche se gli elementi autobiografici sono veramente pochissimi.
Gli spettatori di Squadra Antimafia – Palermo oggi come hanno accolto il libro?
Molto bene. I fan della serie mi chiedono sempre se tornerò nella prossima stagione, ma purtroppo devo dire sempre che questo non è possibile. Spero che i lettori leggano A Tor Bella Monaca non piove mai senza pensare al mio ruolo in tv, scindendo la mia carriera da attore da quella di scrittore. A ogni modo, quando vengo in Sicilia, mi sento sempre un po’ come a casa. Con tutte le riprese che ho fatto sarò stato qui circa due anni e mezzo.
È un periodo molto felice per te, con un secondo figlio in arrivo, dopo il piccolo Enea.
Sì, sono presissimo dagli impegni familiari. Non è facile stare dietro a tutto. Basti pensare che quest’anno mi ero ripromesso di vedere tante serie tv, ma non sono riuscito a tener fede al mio impegno. Ho visto solamente The Knick con Clive Owen. Poi più nulla. La famiglia ha la precedenza su tutto.
Tvzap