“Due atti di bontà salvarono quattro vite, tra cui anche la mia”, racconta il cantante ricordando l’arrivo della madre in Italia
Nel monologo interpretato da Ermal Meta a “Le Iene” c’è il ricordo del viaggio intrapreso dalla madre del cantante dalle coste dell’Albania all’Italia. Durante la puntata della trasmissione di Italia 1, in onda martedì 14 marzo in prima serata, l’artista ha ricordato la difficile condizione della donna, “perché a quei tempi poteva accadere di tutto a una fanciulla senza marito”.
“Un giorno, per strada, uno sconosciuto la avvicina e le dice che ha sentito cose orribili che stanno per succederle” – esordisce Ermal Meta, proseguendo con il consiglio dell’uomo di andare via. “Lei non sa cosa fare e lui si offre di pagare di tasca sua un passaporto straniero, tedesco, senza chiedere nulla in cambio”. E aggiunge: “Quando la donna le chiede perché la stia aiutando, lui le risponde che non lo fa solo per lei ma anche per i suoi figli“.
Lasciati i figli con la madre, la donna va a prendere il traghetto “che spera possa condurla verso una vita sconosciuta ma gentile, come quell’uomo”. Ma se i controlli in Albania vengono superati senza problemi, al porto di Brindisi un ufficiale nota il documento falso. “Non posso farla passare, devo rimandarla indietro“, è il primo verdetto.
“La donna piange, cercando di non farsi vedere dagli altri; poi dalla borsa tira fuori una fotografia e gliela mette davanti: questi sono i miei tre figli, se torno indietro non ci sarà un futuro per loro. Lui indugia ancora, scrutandola, mentre la donna prega”. Ermal Meta si sofferma sul gesto improvviso con cui l’uomo timbra il passaporto e la lascia andare verso “il suo nuovo futuro incerto, certo, ma tutto da scrivere”.
“Due atti di gentilezza salvarono quattro vite e tra quelle c’era anche la mia”, conclude il cantante, nato a Fier nel 1981 e arrivato in Italia all’età di 13 anni con il fratello e la sorella. E prima dell’applauso finale lancia il suo invito ai telespettatori: “Siate gentili, potreste salvare qualcuno”.