Dopo Sanremo, cantautore pronto a tornare live dal 30 aprile
Il cambiamento di rotta musicale che lo sta portando verso sonorità più elettroniche rispetto al passato, l’ultimo festival di Sanremo, il nuovo tour che parte il 30 aprile, l’amore, la politica deludente e l’Italia piegata.
Marco Masini parla a ruota libera, reduce dal festival di Sanremo con Spostato di un secondo (titolo anche dell’album uscito il 10 febbraio) “con il quale volevo rileggere le scelte che facciamo, fare il punto della situazione per ripartire” e in procinto di tornare a esibirsi dal vivo. Nel mezzo il nuovo singolo Tu non esisti, “che è la Bella Stronza di oggi. La rabbia di allora ha lasciato il posto alla non considerazione per la persona che ti fa soffrire, in una sorta di calma apparente che però lacera dentro”, spiega il cantautore fiorentino che a 50 anni non ha ancora fatto pace con l’amore.
“Non si fa mai pace con l’amore. Si presenta sempre sotto forme diverse, con nuove difficoltà da affrontare”.
Ma le difficoltà sono soprattutto quelle che vede intorno a sé, in un’Italia “che si riflette nell’immagine del terremoto.
E’ lo specchio di un Paese che non ha mai saputo anticipare problemi e tragedie, che non è stabile a livello geologico né tantomeno a livello politico. Un Paese che ha ormai celebrato il funerale dell’ideologia, con la destra che diventa centrosinistra, la sinistra che diventa centrodestra. Da Almirante a Berlinguer è diventato tutto sfumato. Vedo molta opposizione e poche idee”. Negli anni Novanta il suo scontento, il grido di disperazione per una generazione che viveva un forte disagio sociale fu rappresentato dalla canzone manifesto Vaffanculo. “Oggi non servirebbe più, non avrebbe più la stessa forza, nel mondo violento anche verbalmente nel quale viviamo.
Al vaffa contro qualcuno, preferirei piuttosto una proposta, un’idea. Come io cantautore canto, i politici dovrebbero stare in aula ad affrontare le questioni importanti”, aggiunge nei giorni in cui la legge sul biotestamento viene praticamente ignorata in Parlamento.
Dopo essere stato il cantautore del disagio, dell’amore infelice, l’ultima delle definizioni che gli è stata appiccicata addosso è quella dell’hipster. “Non rifiuto le etichette che nel tempo mi sono state date. L’importante è che siano coerenti con quello che faccio. Cosa sono? Sono 28 anni di musica. Hipster mi sta bene, se però va oltre la barba e le bretelle. Mi riconosco in una moderata anarchia, in stile scozzese più che inglese. I cambiamenti, come anche quello verso l’elettronica, non avvengono mai all’improvviso ma sono frutto di un percorso, perché con il tempo si cambia per forza, siamo figli degli eventi che ci circondano, delle nostre messe in discussione, della nostra arroganza e della nostra umiltà”. Il 30 aprile partirà il tour teatrale con cui Marco Masini presenterà il nuovo disco e riproporrà anche i vecchi successi con una nuova veste, “che però non stravolgerà le canzoni e rispetterà i concetti. Ci sarà attenzione alle luci, ai colori, ma l’obiettivo sarà sempre quello di trasmettere e condividere le emozioni”. Queste le prime date: il 30 aprile a Montecatini (PT), il 3 maggio ad Ancona, il 5 maggio a Roma, il 7 maggio a Milano, il 9 maggio a Pescara, il 10 maggio a Firenze, il 13 maggio a Torino, il 14 maggio a Pisa, il 16 maggio a Lecce, il 20 maggio a Brescia, il 25 maggio a Genova e il 27 maggio a Padova.
(ANSA).