Raoul Bova è il protagonista de “I Fantastici 5“, la nuova serie tv di Canale 5 che prende il via in prima serata mercoledì 17 gennaio.
Una storia ambientata nel mondo dell’atletica in cui Bova interpreta l’allenatore di un gruppo di atleti paralimpici. Un modo diverso di guardare il mondo dello sport e osservarlo dal punto di vista di un atleta diversamente abile. Senza dimenticare mai che la cosa più importante è essere felici. “Lo sport salva, è equo con tutti, ma può essere competitivo, diventare ossessione, farti perdere di vista, sotto il peso delle pressioni, gli altri – dice l’attore in occasione della presentazione della fiction -. Nei ‘Fantastici 5’ raccontiamo una storia educativa sullo sport, allontanandoci dalla retorica, dal pietismo, anzi è il contrario”.
“I Fantastici 5” andrà in onda per 4 prime serate. Prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rti, per la regia di Alexis Sweet e Laszlo Barbo, vedrà insieme a Raoul Bova un gruppo di giovani attori e le atlete paralimpiche Martina Caironi, Monica Contrafatto e Ambra Sabatini. Una serie tv speciale che racconta le difficoltà, la vita sociale ma soprattutto la grande passione per lo sport dei cinque atleti disabili.
“Quello che insegna il mio personaggio, Riccardo – spiega l’attore – non è a vincere, ma a essere felici, perché la vittoria è questo, gareggiare con i compagni, fare squadra, vincere insieme. Questa serie ribalta l’idea di tanti film e prodotti sportivi in cui si deve arrivare a essere campioni. Qui è il contrario, sono campioni che con l’arrivo del nuovo allenatore iniziano a peggiorare – prosegue -. Entra la comprensione di quanto sia importante la felicità nella vita dei campioni. Dovete essere felici per essere vincenti, dice il mio personaggio. Un’espressione che non comprendevo, eppure non sempre chi vince è felice, ci sono responsabilità da mantenere perché perdere vuol dire perdere affetti, sponsor. La vittoria, è il messaggio di questa serie, sta nell’essere felici non campioni”.
La storia de “I Fantastici 5”
Riccardo Bramanti (Raoul Bova) ha dedicato la sua vita alle sue più grandi passioni: l’atletica e l’allenamento, anche a costo di trascurare la moglie e le figlie, Anna e Giorgia, con cui Riccardo fatica a entrare in sintonia. Già, perché circa cinque anni prima il matrimonio di Riccardo non ha retto e, a seguito della separazione dei genitori, le due ragazze si sono trasferite in Germania con la madre. Dopo la morte della madre, avvenuta circa sei mesi fa, Anna e Giorgia sono tornate a vivere con Riccardo, ma per lui è stato come accogliere in casa due sconosciute: le ha lasciate che erano bambine, ora sono due adolescenti pronte a diventare donne. Oggi ritroviamo Riccardo intento a guidare un gruppo di giovanissimi atleti under 12 in un modesto campetto di provincia. Una semplice telefonata però, sta per cambiare tutto e Riccardo, con al seguito le riluttanti figlie, è pronto a trasferirsi al Centro Sportivo della Nova Lux di Ancona, prestigiosissima società sportiva, al vertice del panorama nazionale per quanto riguarda l’atletica paralimpica italiana. I quattro velocisti che Riccardo dovrà allenare, continuamente sotto i riflettori di stampa sportiva e non, si devono preparare agli Europei che si svolgeranno di lì a tre mesi. Sono: Greta (22), amputata e con una protesi alla gamba sinistra; Christian (Vittorio Magazzù), in sedia a rotelle; Elia (Enea Barozzi) con difficoltà neuronali legate al movimento; Marzia (Fiorenza D’Antonio), cieca. Insieme a loro c’è anche Laura (Chiara Bordi), una ragazza con una gamba amputata appena arrivata al centro ma di cui Riccardo intuisce subito le potenzialità. Quattro superstar e una giovane promessa: per Riccardo non è un’occasione, è la Occasione che stava aspettando per rilanciarsi ad alti livelli. Il rapporto con i ragazzi però tarda a sbocciare. Riccardo scopre di non godere della fiducia né di Sofia Calabresi (interpretata da Francesca Cavallin), presidente della società, che gli impone un ruolo più da “controllore” che da allenatore, né degli atleti, schivi e individualisti, presi da problemi personali e medici, da vicende amorose e legali, alla continua ricerca della propria identità. Riccardo scopre presto come per quei ragazzi la parola “sport” faccia rima con “tutto”; decide quindi di allenarli prima di tutto per trasmettere la sua passione per lo sport, che non deve mai diventare ossessione. Inizia così il viaggio di Riccardo, supportato da due figure: Freddie (45), l’amico di vecchia data e attuale medico della società, uomo dal cuore buono e dai modi buffi – oggi in carrozzina – che ama il suo lavoro, stare con i ragazzi e prendersi cura di loro facendoli correre al meglio; e Alessandra (35), tutta coraggio e spavalderia, fisioterapista della NovaLux a cui è stata amputata una gamba. Non ama i freni inibitori e trascinerà con sé anche Riccardo, facendogli riscoprire la bellezza di prendere la vita con più leggerezza. Riuscirà Riccardo a rendere questo gruppo di singoli una squadra? Potrà un allenatore “di bambini”, trascinare quattro giovani atleti professionisti sul tetto d’Europa? Riuscirà a re-instillare in loro la felicità di praticare sport? E lui? Recupererà il rapporto con le figlie, riscoprendo verità dimenticate e ritrovando la sua felicità?