Condannato a 16 anni per la tragedia all’isola del Giglio, il prossimo maggio avrà accesso a misure alternative. Intanto, racconta come vive dietro le sbarre
Francesco Schettino è un “detenuto modello”. L’ex comandante della Costa Concordia condannato per il naufragio del 13 gennaio 2022 all’Isola del Giglio che costò la vita a 32 persone, in carcere studia legge e giornalismo. Ma confida: “La gente forse non ci crederà, ma anche io ho i miei incubi. Non ho dimenticato le trentadue vittime della Concordia, ma neppure ho dimenticato di essere stato trattato come un capro espiatorio”.
VITA IN CARCERE
Sono passati esattamente dieci anni dalla tragedia che scosse il mondo. E quasi cinque dalla condanna che vide il comandante come principale responsabile del naufragio della Costa Concordia. Deve scontare 16 anni di reclusione nel carcere di Rebibbia, dove, come racconta La Stampa, si sta dimostrando un detenuto modello e dove frequenta corsi universitari in legge e giornalismo. Tanto che a maggio 2022 potrà chiedere l’ammissione a misure alternative.
I MIEI INCUBI
Schettino, secondo il cappellano è “gentile e rispettoso di tutti” e “benvoluto”. Nel tempo che gli rimane oltre gli studi, si dedica allo sport e aspetta le visite della figlia Rossella, con la quale gli incontri si sono interrotti per cinquecento giorni a causa del Covid. Il suo legale spiega al quotidiano torinese che il comandante deve “continuare a fare un percorso psicologico non facile. Anche lui in fondo è un naufrago, pensa e ripensa a quella maledetta notte e a quei trentadue morti. Lui è l’unico a pagare con il carcere, ma la verità è che all’origine del naufragio c’è stato un errore organizzativo. Si è voluto cercare un colpevole, non la verità”.
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