Milly Carlucci: «A volte divento una tigre ma potrei travestirmi da pecorella»

Milly Carlucci: «A volte divento una tigre ma potrei travestirmi da pecorella»

Se dovesse scegliere una maschera per sé stessa, Milly Carlucci si vedrebbe una pecorella e un po’ una farfalla. «Ma al bisogno divento una tigre: ci sono volte in cui serve essere assertivi», commenta. Il 29 gennaio tornerà su Rai1 Il cantante mascherato, format che ha fortemente voluto portare in Italia e che, visti i tempi, si potrebbe definire ante litteram. «Di certo è il programma più adatto all’epoca Covid. Il cast è isolato e quando non indossano le maschere hanno addirittura dei caschi per non farsi riconoscere. Siamo in una bolla».

Non male, specie dopo un’edizione di «Ballando» particolarmente faticosa, no?

«È stata molto dura, non avrei mai immaginato una cosa simile, senza un attimo di tregua. Ma alla fine abbiamo trovato un modo per andare avanti. Il cast non è mai stato motivato come in quest’ultima stagione».

Quello del «Cantante mascherato» aumenta di numero: nove concorrenti.

«Tutti nomi di primissimo piano. Mi stupisce vedere quanto appeal abbia un programma così particolare sui colleghi del mondo dello spettacolo. Credo dipenda dal desiderio di sentirsi liberi, protetti dalla maschera. Possono essere altro rispetto a loro stessi. Spesso quando si è tanto famosi si è anche un po’ prigionieri della propria immagine, del proprio personaggio. Questa diventa quasi una vacanza in cui possono raccontarsi in modo diverso. Mammucari, che aveva vinto lo scorso anno, in trasmissione si era raccontato in modo inedito, parlando ad esempio del suo romanticismo. Ma come avrebbe mai potuto dirlo prima, con il suo profilo così tagliente, ironico…».

E lei? Si è mai sentita prigioniera della sua immagine?

«No, ma faccio un lavoro per cui porto davvero me stessa sul palco. Poi, certo, non vado a raccontare alla gente i miei problemi, i miei dolori: mi sento di dover essere una portatrice di sorrisi e di leggerezza. Ma quella parte di me che si vede è mia, sono io. Non mi trasformo e non mi sento prigioniera».

La fama non è mai stata un peso, quindi?

«No, ma è vero che se vuoi mantenere la tua privacy, come me e come anche la mia famiglia mi chiede, devi fare un po’ di sacrifici. O meglio, vivere in una certa maniera. Siccome io ci tengo devo fare alcune scelte, tutto lì».

La maschera per i concorrenti diventa un alter ego?

«La scelgono loro, decidono chi diventare. Ci sono quelli che optano per qualcosa di affine a loro stessi: Al Bano, ad esempio, aveva deciso di essere il leone e chi lo è più di lui? Altri invece vogliono diventare per qualche settimana quello che non sono».

In giuria non ci sarà Guillermo Mariotto, dopo che all’ultimo «Ballando» era apparso a tratti sopra le righe.

«La sua non è una sostituzione ma una scelta per non inflazionarlo. Non volevamo normalizzare un personaggio così scintillante. Quanto a “Ballando”, eravamo tutti tesi come fionde pronte a lanciare il sasso; dopo mesi di attesa per andare in onda eravamo caricati a pallettoni. In generale c’è stato un tono goliardico un po’ diverso dal normale, ma era intonato al momento che abbiamo vissuto».

Costantino della Gherardesca, un ex concorrente, ora sarà in giuria.

«I contratti non sono ancora firmati ma di certo lui, con i suoi travestimenti, è stato una specie di meraviglioso cantante mascherato prima del tempo. Trovo che divertirebbe molto il pubblico».

Se potesse mettere qualcuno sotto la maschera?

«Penso a volti ultra famosi come Cristiano Ronaldo o Alex Del Piero. Poi mi chiedo che maschere sceglierebbero i miei colleghi: Amadeus, Carlo Conti, Antonella Clerici, Mara Venier…».

Già, che maschere darebbe loro?

«Dovrei prima parlarci un bel po’ per capirlo. Nel cast c’è una persona che non potreste mai dire si nasconda dietro quella maschera, non si sarebbe mai ipotizzato…».

Ci sarà il pubblico?

«Useremo una formula magica che farà sembrare il teatro pieno anche se, ovviamente, in realtà non abbiamo fatto assembramenti sciagurati. Ma è bello dare la sensazione del pubblico plaudente, specie in un momento di tristezza come questo».

Lo scorso anno aveva un po’ osato con i sui look. Ora?

«Lo farò di più: avrò un look stravagantissimo, veramente strano. Lo faccio molto volentieri: non posso presentarmi come a una cena di gala, il nostro è un gioco al travestimento».

Chiara Maffioletti, Corriere.it

Torna in alto