BEPPE FIORELLO QUANDO L’AMORE PER UNA BIMBA SUPERA I CONFINI DELLA GUERRA

BEPPE FIORELLO QUANDO L’AMORE PER UNA BIMBA SUPERA I CONFINI DELLA GUERRA

l'angelo di sarajevo(Ansa) “Dietro ogni uomo si nasconde una storia che vale la pena raccontare. Un inviato di guerra a Sarajevo incontra una bimba in un orfanotrofio. E lì tra le macerie di un conflitto fratricida, sales quello serbo-bosniaco (durato 4 anni, 12 mila morti ndr) una bimba salva se stessa e l’uomo che la trova”.

Giuseppe Fiorello torna su Rai1 con “L’angelo di Sarajevo”, nei panni un giornalista inviato durante la guerra serbo-bosniaca, per la regia di Enzo Monteleone. La miniserie è tratta dal libro “Non chiedere perché” in cui Franco Di Mare racconta la storia dell’incontro con la bimba divenuta sua figlia. In prima serata martedì 20 e mercoledì 21 gennaio. “

Una storia di umanità e di impegno, la storia di una decisione irrazionale presa “senza chiedersi perché”, dettata solo dalla voglia di fare qualcosa, anche solo una piccola cosa. Come salvare una bambina”.

Una coproduzione Rai Fiction-Picomedia di Roberto Sessa, in collaborazione con Iblafilm. “È una grande storia d’amore in un contesto terribile come la guerra nell’ex Jugoslavia”, osserva il regista. La fiction racconta l’affidamento di una bimba, interpretata dalla piccola Iva Nikolic, durante l’assedio del 1992.

“Questa fiction mi lascia un grande amico Franco, che mi ha regalato un pezzo della sua vita e che si è fidato di me, l’aver conosciuto da vicino la città di Sarajevo – insiste Fiorello -, senso civile e senso di responsabilità verso il proprio Paese. Ho capito che cosa spinge un giornalista a fare l’inviato di guerra, una missione vera e propria. Recitare con la piccola Nikolic mi ha riportato indietro di 10 anni, ai primi tempi in cui ero papà, sono stato sempre molto attento e quindi mi sono trovato a mio agio, la bambina era la regina del set”.

“Conoscevo Di Mare come giornalista serio, ma sentendolo raccontare questa sua storia – spiega l’attore, in tournée con il suo spettacolo Penso che un sogno così (dal 22 sarà di nuovo all’Ambra Jovinelli di Roma) – in un’intervista tv mi ha folgorato con la sua profonda umanità”, prosegue Fiorello. Con lui che interpreta il giornalista, c’è Luca Angeletti nei panni del suo fido operatore che lo segue con la telecamera. Nel cast anche Emanuela Grimalda, Thekla Reuten, Radoje Cupic, Adnan Haskovic, Bruno Armando.

Di Mare spiega che il film è abbastanza fedele alla realtà (sua figlia si chiama Stella e oggi ha 18 anni), “incluso l’episodio del vecchio che apre le braccia davanti a un cecchino e lo invita a sparare”.

Perché un giornalista rischia la vita andando nei luoghi di guerra? Di Mare cita Hemingway: “Perché in guerra si incontra bella gente: al di là delle bombe, del rischio che corri, c’è anche solidarietà tra i colleghi e tra le persone che incontri appunto sul tuo cammino”. “È tutto autentico e vero ciò che si vede nel rapporto tra reporter ed operatore quando si è inviati all’estero ed è sempre una soddisfazione quando le testate degli altri Paesi che sono in tanti ci vengono a chiedere le immagini”, aggiunge il conduttore di Unomattina.

In questi tempi si parla molto di libertà di informazione dopo i terribili fatti di Parigi, cosa ne pensa Beppe Fiorello? “La libertà di espressione è sempre sacrosanta. L’importante, però, è che i giornalisti dicano la verità, devono loro stessi essere liberi da qualsiasi pressione, perché da loro dipendono i destini del mondo”. Monteleone fa infine notare: devo sottolineare il grande apporto dato da tutti i reparti: dalla fotografia di Stefano Falivene, fresco vincitore del Globo d’Oro per il bellissimo Still Life, al montaggio di Cecilia Zanuso (David di Donatello, Nastro d’Argento e Ciak d’Oro per Il capitale umano), alle scenografie di Maurizia Narducci, ai costumi di Marina Roberti, alle musiche dei miei consueti collaboratori Pivio&De Scalzi (David di Donatello per Song ‘e Napulé).

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