Capelli corti e fan disperati: Jin inizia il servizio militare. Che ne sarà dei Bts?

Capelli corti e fan disperati: Jin inizia il servizio militare. Che ne sarà dei Bts?

Il più grande dei membri della band di k-pop servirà il Paese fino al 12 giugno 2024. La foto con gli altri componenti del gruppo e il nuovo taglio di capelli

Un poster gigante srotolato sul muro vicino al centro reclute, drappelli di fan che cantano e invocano il suo nome. Il grande giorno è arrivato: Jin dei Bts ha iniziato il servizio militare. 

È il primo componente della band di k-pop a compiere 30 anni – l’età limite – e a sottoporsi alla leva mettendo fine così all’annosa questione che da anni anima le discussioni politiche in Corea del Sud: è giusto allontanare per anni dalle scene i sette cantanti famosi in tutto il mondo, vista la loro influenza non solo nel soft power e nell’hallyu (la cosiddetta “onda coreana” che si riferisce all’espansione sempre più massiccia della cultura sudcoreana oltre confine) ma anche sul Pil del Paese?

In Corea tutti gli uomini abili sono obbligati a compiere il servizio militare per un periodo di 18-21 mesi, a seconda del corpo scelto; i renitenti alla leva rischiano il carcere, oltre che lo stigma sociale. In alcuni casi però vengono accordate esenzioni a sportivi o artisti di prestigio. 

Dopo aver ottenuto una proroga, lo scorso ottobre i sette membri del gruppo Bts avevano annunciato che avrebbero fatto il servizio militare. Un momento ottimale dal momento che tutti quanti hanno espresso l’intenzione di iniziare una carriera da solisti. Ci si attende che tornino a suonare insieme nel 2025, una volta conclusa la leva.

Jin, il cui nome completo è Kim Seok-jin è stato dislocato nella base d’addestramento di Yeoncheon, provincia di Gyeonggi. Vicino al confine con la Corea del Nord. Un incarico che è anche simbolico, secondo la docente di media e musica della Macquarie University, Sarah Keith: “Mostra il ruolo della cultura e dell’opinione pubblica nel plasmare le relazioni internazionali”. Che poi è l’essenza del soft power sudcoreano. 

Nella base di Yeoncheon trascorrerà cinque settimane di quello che nel servizio militare italiano era definito “CAR”, cioè l’addestramento di base. Poi verrà inviato alla sua caserma d’assegnazione. 

La data di dimissioni è il 12 giugno 2024. Un tempo per le star esisteva un reparto “speciale”, ma nel 2013 ci fu uno scandalo – alcune di queste “reclute” furono pizzicate in una sala “massaggi” – per cui questa unità è stata sciolta e Jin dovrà fare il servizio militare in una normale caserma. Ad accompagnarlo la band al completo che, a scaglioni, lo seguirà nei prossimi mesi.

Jin ha detto addio a migliaia di fan in lacrime a Buenos Aires lo scorso ottobre durante un concerto con i Coldplay. Lunedì ha pubblicato sul social network sudcoreano WeVerse una sua foto con il nuovo taglio di capelli, con la didascalia: “È più carino di quanto immaginassi”.

Il dubbio però resta: nonostante l’incredibile popolarità, riusciranno i Bts a sopravvivere a questa pausa? In un settore così competitivo e soprattutto in un paese che sforna “idol” uno dopo l’altro, non sono tante le band sopravvissute alla leva obbligatoria.

“Per l’industria del K-pop, il ritiro dei BTS sarà un grosso problema”, ha detto ad AFP il professore di comunicazione della Kyung Hee University, Lee Taek-gwang. “Mentre sono via, potrebbero perdere l’interesse del pubblico e la loro popolarità in calo danneggerà i loro affari, ma è importante che assolvano al loro dovere. In Corea del Sud il servizio militare è un indicatore di egualitarismo”.

Guardando però la scalata al successo (mondiale) fatta dalla band in nove anni sembra difficile che ciò possa accadere. E non si tratta solo di Pil, dischi venduti, e milioni di visualizzazioni Spotify. I Bts hanno rappresentato la Corea del Sud alle Nazioni Unite, hanno incontrato Joe Biden alla Casa Bianca. Sono gli ambasciatori ufficiale della candidatura di Busan per l’organizzazione dell’Expo mondiale del 2030. E possono contare su un esercito: l’Army, così sono chiamati i loro fan.

Alcuni di loro hanno sfidato il freddo per aspettare Jin davanti al centro reclute nonostante i ripetuti inviti a non recarsi sul posto fatti dalle autorità e dal management degli artisti.

“Sono molto, molto triste. Alla fine ci siamo resi conto che è reale, e non posso, non posso immaginare. Voglio che mangi di più, che stia al sicuro e sia in salute”, dice una giovane fan. “Non posso vedere Jin dal vivo per circa due anni, ma cercherò conforto nelle sue canzoni”, le fa eco un’altra. Magari non dovrà aspettare così tanto. Ad agosto, Lee, il ministro della difesa, ha detto che probabilmente ai membri dei Bts sarà permesso di riunirsi periodicamente per fare concerti all’estero.

Torna in alto