L’influsso dei social network sul mondo dello spettacolo ha prodotto effetti collaterali, spesso addirittura deleteri. Come quello di confondere il talento con il numero dei like ottenuti e la popolarità con le visualizzazioni. Di questa deriva si è lamentato anche Christian De Sica, denunciando di aver riscontrato la pessima abitudine anche nei cast delle serie tv e dei film. Quella lanciata dall’attore romano è stata una vera e propria accusa rispetto a una tendenza purtroppo in espansione.
“Oggi ti basta accendere la tv per vedere tanti, troppi attori non professionisti, scritturati solo in base al numero dei follower che hanno sui social. E grazie che sono dei cani”, ha sbottato De Sica in un’intervista al Messaggero. Per contro, l’attore ha ricordato come il suo dovrebbe essere invece un mestiere fatto di “studio, rigore, disciplina”. Anche quando si recita per una commedia brillante o comica. In questo senso, il riferimento più alto portato dal popolare interprete è stato quello di suo padre, Vittorio De Sica, del quale si celebra in questi giorni il 47esimo anniversario della scomparsa.
A proposito: proprio per ricordare la figura del genitore, considerato uno dei maestri del Neorealismo cinematografico italiano, questa domenica – 14 novembre – Christian proporrà su Rai Storia un palinsesto da lui firmato, in onda dalle 14 alle 24 con interviste, spezzoni di film e di spettacoli. “Volevo celebrare papà in questa Italia che ha la memoria corta, anzi cortissima. Anna Magnani, chi era costei? Nessun giovane o quasi ne ha un’idea. E io ricordo lo choc quando, tanti anni fa, ero in un bar con il mio compianto fratello Manuel e sentii un gruppo di ragazzotti che dicevano: Ahò, sapete che pure ‘er padre de Christian faceva l’attore. Allora chiedemmo alla Rai di mettere in cantiere un omaggio a Vittorio e Giancarlo Governi fece Parlami d’amore Mariù”, ha ricordato l’attore.
Oggi 70enne, ma ancora sulla cresta dell’onda, Christian ha raccontato poi dei progetti che lo attendono e sui quali sta già lavorando. Uno dei quali in coppia con Massimo Boldi. “Ho immaginato una storia più adatta a noi, a quello che siamo oggi: la storia di due vecchi attori di cinepanettoni. Due tromboni rincoglioniti. Mi piacerebbe che a dirigere il film fosse mio figlio Brando, che gira ora a Napoli una storia d’amore horror”, ha anticipato l’attore, spiegando dunque di non avere in mente un cinepanettone vero e proprio ma un’ironica variazione sul tema.
Il tempo di quel film dalla battuta facile e spesso volutamente sguaiata è del resto tramontato. E De Sica, a modo suo, ci scherza su così: “Grazie agli incassi dei 32 cinepanettoni che Boldi e io abbiamo interpretato, Aurelio ha pouto comprarsi il Napoli…”. Delicatissimo.
Marco Leardi, ilgiornale.it