X FACTOR, I GIOCHI SONO (QUASI) FATTI: ARISA E AGNELLI SCELGONO, ORA TOCCA ALLE HOME VISIT

X FACTOR, I GIOCHI SONO (QUASI) FATTI: ARISA E AGNELLI SCELGONO, ORA TOCCA ALLE HOME VISIT

Seconda e ultima prova dei Bootcamp, si delineano le squadre dei quattro giudici. Al prossimo appuntamento la selezione definitiva: da sei concorrenti, ogni categoria passerà a tre. E dal 27 ottobre si parte con i live

xfactor10In piedi o seduti: la differenza è tutta lì. Dodici concorrenti ma sei sole sedie. Seduti vuol dire dentro, in piedi vuol dire fuori. Fuori dai giochi, magari si cambia obiettivo o l’anno prossimo si ritenta. Bootcamp è la parola che decide il destino di chi pensa di potercela fare. Chi si siede esulta, altrimenti si va. E tutto, fino all’ultimo minuto, può cambiare. Lo sanno i concorrenti che hanno conquistato la sedia (e quelli che si son dovuti alzare dopo averla scaldata). Ora, bisogna dimostrare di avere quello che serve: l’X Factor. Fra due settimane i live dell’edizione numero 10 del talent, in mezzo ci sono le Home Visit, ultimo appuntamento da tremarella: le squadre subiranno l’ennesima, ma definitiva, selezione. Per ogni squadra, i sei concorrenti diventeranno tre.
Serata di qualità, com’era stata la precedente, anche se con meno lacrime&sangue. Scelte sempre dure per i giudici, che a riempire le sei sedie in prima battuta ci mettono un attimo, poi arriva il momento dello switch ed è dura scegliere. In certi casi arrivano anche le proteste del pubblico, come quando Arisa decide di far fuori Gabriele Esposito per far posto a Lorenzo Lumia, unico rapper della serata accolto dai giudici con grande perplessità. Lo stesso Lorenzo accenna il beau geste, “non accetto, voglio che vada avanti lui perché è più adatto a questo contesto” dice, ma Arisa non molla: fuori Gabriele e dentro lui, mentre il pubblico contesta. Una selezione tosta, quella dell’artista, che sottopone i suoi Under Uomini a un ulteriore test: dopo la prova canora, quasi a tutti chiede un rinforzino a cappella, da All’alba vincerò a Nel blu dipinto di blu a Il tempo di morire.
Ma se le selezioni di Arisa ricordano un esame di maturità, quelle di Agnelli sembrano la porta d’ingresso a West Point. Per niente facile, il guru, non puoi scommettere sull’impressione iniziale. Si lascia andare all’emozione durante l’esibizione di Eva (che conquista la sedia) e poi sembra incuriosito e divertito da Ernesto l'”onironauta”, uno che dice “faccio esperienze particolari nel mondo dei sogni”, e proprio lì Agnelli lo rispedisce per direttissima.
Alla fine, il quadro è delineato. Ogni giudice ha chiaro con chi avrà a che fare. Under Uomini (16-24 anni) ad Arisa, Under Donne a Fedez, Over (+ 25) a Manuel Agnelli, Gruppi a Alvaro Soler. Ricapitolando, si va alle Home Visit così:
Under Uomini: Diego Micheli (Pink Gijabae), Lorenzo “Loomy” Lumia, Marco Ferreri, Lorenzo Aleandri, Diego Conti, Salvatore Misiano
Under Donne: Sofia Rollo, Grace (Graziella Frances Cambia), Gaia Gozzi, Valentina Giardullo, Caterina Cropelli, Rossella Discolo
Over: Veronica Marchi, Simone Nannicini, Andrea Biagioni, Giovanni Diana, Alessandra Fortes Silva, Eva Pevarello
Gruppi: Soul System, Jarvis, Les Enfants, Oak, IISO, Daiana Lou
Il mix di suspance e sadismo del “thriller delle sei sedie” piace al pubblico che premia il talent sul fronte degli ascolti. L’ultima puntata – la prima dei Bootcamp, in contemporanea peraltro con la sfida fra la Nazionale e la Spagna – era stata seguita da 1 milione 213 mila 701 spettatori medi (+8% rispetto alla stessa puntata dello scorso anno), con una share media su Sky Uno del 3,82% (il picco, 5,23%, alle 23.12 al termine dell’esibizione delle Coraline, poi uscite dalla gara). Continua anche il successo sui social, che nella puntata precedente hanno reso #XF10 l’hashtag più utilizzato della giornata facendogli raggiungere la prima posizione dei trending topic italiani (ed è entrato anche tra quelli mondiali).
Adesso, prima di debuttare ai live, non restano che le Home Visit il 20 ottobre. E poi il gioco si fa duro: i duri cominciano a giocare il il 27.

Alessandra Vitali, La Repubblica

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