Il sindaco di Agrigento contro “L’aria che tira”: danneggia la città

Il sindaco di Agrigento contro “L’aria che tira”: danneggia la città

Le immagini degli ambulanti che ad Agrigento si insaponano e si lavano in strada con l’acqua di una autobotte hanno avuto ampia diffusione e hanno scandalizzato non poco. Un servizio televisivo ha inoltre associato la doccia di un paio di ambulanti alla crisi idrica nella Città dei Templi, dando risvolti più ampi alla vicenda. Tutto ciò alla fine, secondo molti, ha portato di nuovo la città di Agrigento sulle prime pagine dei giornali per fatti ben poco piacevoli. Per il Sindaco di Agrigento però nei fatto contestati agli ambulanti e di riflesso alla città ci sono evidenti esagerazioni e falsità.

“Gli agrigentini usano lavarsi in bagno e a casa propria. Sembra un’ovvia affermazione ma non lo è per certa stampa, a quanto pare: quella degli show tv che ben poco somigliano al giornalismo d’inchiesta – ha dichiarato il sindaco di Calogero Firetto in un comunicato – Ancora una volta siamo costretti a ribadire che la Città dei Templi e di Luigi Pirandello non è più disposta ad accettare di finire nel calderone televisivo delle falsità e delle infamie”.

Riguardo poi al servizio giornalistico confezionato prendendo spunto dalla “doccia”, il sindaco protesta: “Il servizio de” L’aria che tira”, mandato in onda ieri su La7, danneggia la città e l’intero comparto turistico nel clou della stagione e offende perfino l’intelligenza degli italiani. A fronte del duro lavoro e del serio impegno di tante piccole imprese che si sforzano con orgoglio di invertire una rotta, in barba ai lusinghieri riconoscimenti nazionali e internazionali per le iniziative culturali e per il paesaggio, esistono ancora siciliani e agrigentini che sprecano il fiato per screditare, mettere in ridicolo o infangare una comunità intera”.

Il primo cittadino comunque deplora il comportamento degli ambulanti, concludendo così la nota: “ Il comportamento indecoroso di un paio di ambulanti forestieri nel pieno della calura estiva e dei festeggiamenti di San Calogero non può prestarsi a facili speculazioni che ricadono pesantemente sull’intera città. Unanime è in queste ore l’ indignazione dei cittadini, che sentono il bisogno di difendere con orgoglio l’immagine di una città piena di storia e di tesori che si accinge a celebrare nel 2020 i suoi 2600 anni di storia. Gli agrigentini amano la città e non sono disposti più ad accettare che se ne infanghi il nome o che si cancelli con poche parole al vento anni di lavoro e di piccoli grandi investimenti per un futuro che guarda al turismo come principale risorsa”.

Elio Di Bella, Corriere Agrigentino

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