Una nuova rilettura del mito di Tarzan che non convince: probabilmente il titolo più atteso tra le uscite in sala di questo weekend, «The Legend of Tarzan» delude le aspettative e finisce per risultare un prodotto di cui ci si dimentica molto in fretta.
Il regista David Yates, noto per aver diretto quattro episodi della saga di «Harry Potter», cerca di dare alla sua pellicola un taglio alternativo, situando l’eroe in un curioso ambiente borghese britannico: Tarzan ha lasciato la giungla e vive a Londra insieme all’amata moglie Jane. Invitato a tornare in Congo per volere del governo inglese, finirà per essere una semplice pedina all’interno di un complotto ordito dal malvagio capitano belga Léon Rom.
Gli sforzi per dare vita a un copione originale non sono bastati: la sceneggiatura, scritta da Adam Cozad e Craig Brewer, parte benino ma si spegne alla distanza, vittima di troppe banalità e di una parte conclusiva grossolana e scritta frettolosamente.
Non fa tanto di meglio la messinscena di Yates, che si limita a regalare qualche sequenza spettacolare e a puntare unicamente sugli effetti speciali. Peccato, soprattutto per un prodotto di questo tipo, che il ritmo funzioni a fasi alterne e le emozioni latitino, anche a causa delle svogliate interpretazioni dei tre protagonisti: da Alexander Skarsgård (Tarzan), che mostra più muscoli che espressioni, a Margot Robbie (Jane), passando per il villain di turno Christoph Waltz (Léon Rom), che si conferma in un periodo di scarsa forma.
Intrattenimento leggermente più efficace è quello di «Bastille Day» di James Watkins con Idris Elba.
L’attore interpreta un agente della CIA caduto in disgrazia, che si ritrova a collaborare con un borseggiatore per sventare i piani di una pericolosa organizzazione criminale.
Ambientato a Parigi, «Bastille Day» è un film che avrebbe potuto (e, forse, voluto) portare avanti una riflessione sul terrorismo e sul clima di panico crescente che si è sviluppato nella capitale francese dopo i recenti attentati.
In realtà, però, con ben poche ambizioni e ancor meno pretese, la pellicola finisce per risultare un convenzionale poliziesco, con protagonista una curiosa coppia di antieroi, qualche sequenza d’azione riuscita e tanti stereotipi già visti in decine di altri prodotti dello stesso genere.
Troppo telefonati, i colpi di scena sono ridotti all’osso e il calo verso il finale è evidente. Fortunatamente, la breve durata rende il tutto più fruibile e facilita un coinvolgimento che funziona almeno in parte.
L’attore accanto a Idris Elba è Richard Madden, noto agli amanti del piccolo schermo per aver interpretato Robb Stark ne «Il trono di spade».
Andrea Chimento, Il Sole 24 Ore