Dalla strada ai palazzi del potere, poi di nuovo in strada. È il percorso con cui Caravaggio si divide tra opere su commissione e ricerca artistica, tra servizio e libertà, raccontato dal professor Tomaso Montanari nel terzo episodio della serie “La vera natura di Caravaggio”, in onda alle 21.15 su Rai5. Dopo l’acquisto de “I bari” e della “Buona Ventura”, il cardinal Del Monte chiama l’artista a Palazzo Madama. Qui Caravaggio dipinge il Concerto. E qui conosce Vincenzo Giustiniani, banchiere genovese, l’altro suo grande committente, per cui realizza “Il suonatore di liuto”. Così a Caravaggio arrivano commissioni importanti, e protezione. Ma accanto alle commissioni, Caravaggio continua, per se stesso, la sua personalissima ricerca artistica. Nascono così la “Maddalena pentita” e il “Riposo durante la fuga in Egitto”, opere in cui si può leggere il gioco sottile tra realtà e finzione, e dove la “strada”, che irrompe ancora sulla tela, si trasforma in soggetto sacro. È il mondo che circonda Caravaggio, il suo modo di vedere la realtà, la vita quotidiana, il vero soggetto di queste opere, e i modelli sono le persone che gli stanno attorno. Come nella seconda versione della “Buona Ventura”, dove Caravaggio affina lo studio dei volti, le espressioni, i sentimenti dei suoi modelli. O come nel San Francesco in estasi, il primo notturno di Caravaggio. Corpi in posa, dipinti in uno studio, poi ambientati in uno strepitoso paesaggio naturale.