Elio, noto come cantante e artista di “Elio e le Storie Tese”, è anche Stefano Belisari nella vita privata, un uomo riservato. Tuttavia, quando si parla del figlio Dante, 14 anni e autistico, Elio si apre perché vuole sensibilizzare sull’autismo, un argomento ancora troppo spesso considerato un tabù. Questo emerge dalle sue dichiarazioni al Corriere della Sera, dove critica l’idea di separare i ragazzi autistici in classi differenziali, sostenendo che l’inclusione è ciò che porta benefici veri e duraturi ai figli diversamente abili e alle loro famiglie.
Elio e sua moglie hanno presto notato i segni dell’autismo in Dante. Trovare una diagnosi chiara e l’orientamento adatto è stato difficile, poiché mancano risorse chiare e accessibili per i genitori in questa situazione. L’autismo di un figlio, afferma Elio, può portare a una solitudine profonda per i genitori, che vale per qualsiasi tipo di disabilità.
Inizialmente sconcertato dalla condizione del figlio, Elio descriveva la mancanza di un protocollo o di risorse chiare per aiutare i genitori in questo percorso. Dante ha compiuto notevoli progressi, ma Elio sottolinea la disparità sociale nelle opportunità di assistenza, evidenziando l’assenza di risorse pubbliche adeguate per affrontare l’autismo e supportare le famiglie.
Elio non può ancora immaginare il futuro di Dante e si preoccupa per la sua solitudine quando non ci saranno più. L’artista sottolinea l’importanza della ricerca sull’autismo e promuove la condivisione di esperienze tra famiglie e associazioni che si occupano di questa condizione. Il suo impegno verso un futuro migliore per i ragazzi autistici è evidente nel suo sostegno agli eventi come il prossimo Concertozzo a Monza, dove si cercherà di promuovere inclusione e supporto per le famiglie affrontando l’autismo senza ghettizzare i ragazzi, ma offrendo loro opportunità di lavoro e vita indipendente.