Maurizio Costanzo: “Nel mio studio ho 12 tv accese su 12 canali. Riconosco che è una forma di malattia”

Maurizio Costanzo: “Nel mio studio ho 12 tv accese su 12 canali. Riconosco che è una forma di malattia”

Il conduttore torna in tv con un nuovo programma, sguardo sulla Rai del passato: “Le prime risse televisive sono arrivate al Costanzo Show, ma oggi mi annoio quando le vedo costruite”

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“Ho dato retta al consiglio che mi diede Piero Angela: pensa sempre a progetti nuovi, così l’Alzheimer scappa”. Maurizio Costanzo è pronto a lanciarsi in un nuovo progetto televisivo. Su Rai due, il sabato, condurrà “Rai, storie di un’italiana”, viaggio tra i reperti che hanno fatto la storia del servizio pubblico. Costanzo guarda con nostalgia alla tv del passato.

Lo racconta in un’intervista al Corriere della sera:

“Un tempo c’era l’avanspettacolo, c’era il cabaret: erano grandi serbatoi di talenti da cui attingere, il problema di oggi è che mancano le fonti di approvvigionamento dove trovare grandi intrattenitori. Per 55 minuti di trasmissione si lavorava più di una settimana. Le prime risse televisive sono arrivate al Costanzo Show, ma oggi mi annoio quando vedo le risse costruite”

Nonostante le critiche, Costanzo della tv non si perde niente: nel suo studio ci ci sono dodici schermi sintonizzati su dodici canali: “Riconosco che è una forma di malattia mentale”. Il suo nuovo programma è stato pensato di recente, grazie a una serie di riflessioni nate durante l’isolamento forzato.

“Ho pensato agli italiani costretti in casa, sui divani, in particolare alle persone più avanti negli anni. Di qui lo sforzo di rispolverare la memoria delle vecchie trasmissioni della Rai, che ha attraversato la storia del Paese. È anche un modo per rendere omaggio a questa azienda e a chi l’ha fatta”

Huffingtonpost.it

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