(di Tiziano Rapanà) San Valentino, retorica o vera celebrazione? E non parlo del santo ma dell’amore che si vive. La tv ne parla e discute delle varie variabili ma non mi pare che ci perda più di tanto tempo. Ormai è uno strano paradosso, una sorta di festa comandata dove tutti non lavoro. Non c’è il segno rosso sul calendario e comunque quella energia da giorno di vacanza c’è. Ho almeno la si respira nelle positure degli innamorati tra loro, quando mano nella mano sembrano attraversare il palcoscenico tutto loro fatto di baci e occhi a cuoricino. La tv se ne occupa poco, dicevo. Stasera ci saranno due film in programmazione. Rai 1 e Tv 8 spingono il tasto sul romanticismo che si fa lieve in forma di commedia. Eccole le due proposte, Come se non ci fosse un domani e La rosa di san Valentino. Commedie romantiche per cuori sognanti in poltrona. In panciolle per necessità (“domani si lavora e i soldi sono pochini per uscire”) o per piacevole vizio di oziare in santa pace, dimenticando così tutti i doveri del prenotare un posto al ristorante e poi cercare parcheggio e altre paturnie da stress serale che si aggiunge allo stress canonico delle 8 ore al giorno di lavoro. Che se ne parli poco è un male? In fondo tutto era già stato detto e non è che ci fosse poi così tanto da raccontare. Oltre alle fisime dell’uomo amato e donna amata, tra primo appuntamento e vari consolidamenti con possibili inclinazioni nel mezzo del percorso: non tutto è lineare le promesse iniziali si infrangono con la realtà e ci si trova così travolti da turbolenze sentimentali e ci si rimette in discussione. O almeno si tenta: a volte riesce e a volte meno. Comunque la tv non ne parla tanto e oltre alla retorica del That’s amore non c’è nulla di nulla.