San Valentino, festa degli innamorati. Ma anche festa delle commedie rosa più sdolcinate, che in una giornata così – di fiori, di cuori e di glitter – meritano di essere riviste. A quali, però, dare la precedenza? Ecco la nostra selezione, rigorosamente ad alto tasso glicemico.
Notting Hill
Partiamo dalla commedia romantica per antonomasia: «Notting Hill». Datata 1999, la pellicola di Roger Michell racconta la storia d’amore – un po’ inverosimile, ma estremamente appassionante – tra una star del cinema americana (interpretata da Julia Roberts, protagonista di tre quarti delle commedie romantiche degli anni Novanta, o perlomeno delle migliori) e un imbranato proprietario di una libreria specializzata in volumi di viaggio, cui presta il volto un giovanissimo (e affascinantissimo, ammettiamolo) Hugh Grant.
50 volte il primo bacio
Nonostante sia un film con protagonista Adam Sandler, «50 volte il primo bacio» non è uno di «quei» film con protagonista Adam. Intendiamoci, la componente comica c’è ed è importante, ma nella pellicola del 2004 di Peter Segal la maggior parte dello spazio è per l’emotività. D’altronde, la storia racconta di un biologo marino che s’innamora di una ragazza che soffre di perdita della memoria a breve termine (Drew Barrymore) e decide di impegnarsi a riconquistarla ogni giorno della sua vita.
Prima o poi mi sposo
Altrettanto in salita è il coronamento del sogno d’amore dell’organizzatrice di matrimoni Mary Fiore, protagonista del cult del 2001 «Prima o poi mi sposo». Mentre, infatti, sta festeggia il suo accordo commerciale più remunerativo, la ragazza (Jennifer Lopez, protagonista di un altro film perfetto per San Valentino come «Un amore a cinque stelle») viene salvata dalla collisione con un cassonetto della spazzatura da un un uomo meraviglioso con cui passa un’incantevole serata. È, quindi, pronta a ricredersi sull’amore quando scopre che è lui lo sposo delle nozze che sta organizzando.
Il favoloso mondo di Amélie
Di un anno successivo è «Il favoloso mondo di Amélie», altro film (di Jean-Pierre Jeunet , con un’ efficace Audrey Tautou ) che, nella sua totale originalità, riesce a essere assolutamente romantico. Protagonista della pellicola è l’Amélie del titolo, una cameriera parigina dall’immaginazione molto fervida, che trova nel suo appartamento una vecchia scatola di tesori d’infanzia. Una scoperta che la porta a mettere in discussione la propria vita e a migliorare, nelle piccole cose, quella di coloro che la circondano.
Sabrina
Per chi è, invece, alla ricerca di una storia dal tocco più vintage, consigliamo «Sabrina», pellicola in bianco e nero del 1954 diretta da Billy Wilder. Al centro, appunto, Sabrina (interpretata da una sempre perfetta Audrey Hepburn), figlia dell’autista di una famiglia di miliardari americani, che, dopo un viaggio di due anni a Parigi in cui scopre sé stessa e la propria femminilità, riesce a far capitolare entrambi i figli del padrone. Prima David, quello bello e scapestrato, poi Linus, quello dedito al lavoro ma – fino ad allora – arido nei sentimenti.
Andrea Cominetti,lastampa.it