“Un giorno mi dirai” vince la 66esima edizione del festival: un grande successo per la band di Gaetano Curreri al termine di una lunga serata di musica, here ospiti e grande show
E’ Un giorno mi dirai la canzone vincitrice della 66esima edizione del Festival di Sanremo. Gli Stadio, cialis dopo il grande successo ottenuto nella giornata delle cover con La sera dei miracoli, prostate in un duetto virtuale con Lucio Dalla, conquistano il primo posto seguìti dalla giovanissima Francesca Michielin (Nessun grado di separazione) mentre sul gradino più basso del podio ci sono Giovanni caccamo e Debora Iurato con la loro Via da qui. I risultati al termine di una lunga serata di musica, ospiti e grande show, dall’esibizione di Roberto Bolle al mini-live di Renato Zero. “Dimentichiamo tutto con un amen” canta Francesco Gabbani, il vincitore della Nuove proposte che apre la serata, poi un videocollegamento con il Volo, i tre ragazzi vincitori del festival 2015 ma si entra subito nel vivo con il ripescaggio, deciso dal televoto, di uno dei cinque artisti finiti in zona-rischio nella quarta serata: l’artista che rientra in competizione è Irene Fornaciari. Via, dunque, Zero assoluto, Bluvertigo, Neffa, Dear Jack. Prima che arrivino i Campioni, c’è sul palco un campionissimo della danza, Roberto Bolle, che si esibisce in una coreografia sulle note di We will rock you dei Queen: “L’abbinamento di un inno rock come quello con la danza classica – commentato Bolle – con il corpo di un ballerino classico pensavo fosse il migliore per questa serata e per far vedere la modernità della mia arte”. Tanto moderno, Bolle, da prestarsi più tardi a un siparietto con Virginia Raffaele e a ballare con lei il cult della Cuccarini La notte vola.
La gara comincia con Francesca Michielin, vent’anni, l’unica fra i Campioni a partecipare a Sanremo per la prima volta e già la più ascoltata in radio con Nessun grado di separazione. debuttano i videomessaggi di in bocca al lupo: per lei c’è Fiorello, che ricorda che nello stesso anno in cui la Michielin nasceva, il 1995 lui partecipava a Sanremo: “Chi me l’ha detto? Ma il maestro Vessicchio. Era in sala parto e disse: questa ragazza fra ventun anni la dirigerò io”. A Francesca augura “di arrivare quinta, come successe a me, perché arrivare quinti a Sanremo porta bene. Se poi dovessi vincere, riproveremo ad arrivare quinti l’anno prossimo”. C’è il videomessaggio di Miguel Bosè per il secondo Campione in gara, Alessio Bernabei (Noi siamo infinito). “Finalmente Virginia”, esclama Carlo Conti chiamando sul palco la Raffaele che, appunto finalmente, si presenta con il suo “vero” volto, dopo aver cambiato faccia dalla Ferilli a Carla Fracci a Donatella Versace a Belen. fasciata in una lungo abito nero con spacco e bottincini arcobaleno. Tocca a lei presentare Clementino (Quando sono lontano), che conclude l’esibizione dicendo “un giorno all’improvviso m’innamorai di te”, un passaggio da uno dei cori del repertorio dei tifosi del Napoli. Per lui, il videomessaggio di Salvatore Esposito, Genny Savastano nella serie Gomorra. Mentre tocca a Loredana Bertè l’in bocca al lupo per Patty Pravo, applauditissima dopo la sua Cieli immensi. Un saluto di Ficarra e Picone introduce Lorenzo Fragola (Infinite volte), J-Ax per Noemi (La borsa di una donna).
Poi la gara si ferma per un ospite speciale, richiesto a gran voce, arrivato a Sanremo sull’onda di una campagna social: sette milioni di dischi in trent’anni di carriera, Cristina D’Avena porta all’Ariston una vita di sigle televisive di cartoon. Il valzer del moscerino, Kiss me Licia, Occhi di gatto, i Puffi, la D’Avena passa in rassegna tutti i suoi cavalli di battaglia fra gli applausi della platea. La gara riprende con un (altro) colpo di teatro di Elio e le storie tese – la loro Vincere l’odio la videopresenta Mal – che si presentano vestiti come i Kiss.
“A furia di dire che hanno le chiavi dell’Ariston, va a finire che cacciano via me” aveva detto in giornata Carlo Conti, lasciando intendere che ci fosse un ospite a sorpresa. Lui le chiavi dell’Ariston le ha “date” agli amici di sempre, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni che entrano dalla platea poi scherzano sul palco con Conti per lanciare lo spettacolo che li vedrà protagonisti il 5 settembre all’Arena di Verona. “Stai sempre in tv – gli dice Panariello – ormai per parlare con te bisogna andare o in televisione o in un solarium”. Le battute sui Pooh, “sembrano Dorian Grey, loro rimangono giovani e invecchia solo Riccardo Fogli”, “il palco dell’Ariston ringiovanisce, hai visto Elton John? Ha avuto un figlio e non sembra nemmeno che l’abbia fatto lui”. Poi la gag della locandina, una foto di uno spettacolo del 1994, Pieraccioni e Panariello e Carlo Conti al centro; “non vuoi venire all’Arena di Verona con noi? E allorea guarda chi viene”, e la foto di Conti viene sostituita da quella di Matteo Renzi, “è di Firenze come te, non parla una parola di inglese come te, deve sempre fare tutto lui, è sempre in televisione come te”. “Ma lo avete interpellato per sapere se vuole venire?”, chiede Conti; “perché – risponde Panariello – lui ci ha interpellati a noi italiani per fare il presidente del Consiglio?”. Alla foto di conti si sostituisce quella di Chewbecca, del maestro Beppe Vessicchio (“uno che sta sempre con la bacchetta di fuori”), Peppa Pig (“tu c’hai la Madalina, noi ci s’ha la maialina”).
E’ Arisa, con il saluto di Giusy Ferreri, a riaprire la gara (Guardando il cielo), poi gli Stadio (Un giorno mi dirai), introdotti da Carlo Verdone e acclamati dal pubblico e Annalisa (Il diluvio universale), con “un grandissimo, personale in bocca al lupo” di Francesco Renga. “Un artista unico, originale, creativo, geniale”, così Conti presenta Renato Zero che regala subito al pubblico un medley di Favola mia, Più su amico, Nei giardini che nessuno sa, Cercami, Il cielo, I migliori anni. Fra il medley e Triangolo e Mi vendo, che fa cantare tutta la sala, e Gli anni miei raccontami, che anticipa il nuovo album Alt in uscita l’8 aprile, Zero si lancia in ardite riflessioni che vanno dall’aver imparato a spingere il carrello al supermercato, alla guerra, alla paura dell’Ariston, “sono due anni e mezzo che non calco queste tavole e c’avevo una fifa… Stavo per chiamare il cardiologo”, ai grandi del teatro e al loro rapporto col camerino. I fiori di Sanremo riservati a ogni artista, lui li lancia a una signora in prima fila gridando “i fiori di Sanremo per me sono i fiori di Sanremo per loro”, poi si dilegua fra un “vi amo” e un “non dimenticatemi”.
La gara si avvia al termine, è la volta di Rocco Hunt (Wake up) con videomessaggio di Vincenzo Salemme, Dolcenera (Ora o mai più) anticipata da un video con Emis Killa, Raffaella Carrà e Max Pezzali giudici di The Voice. Francesco Pannofino “presenta” Enrico Ruggeri (Il primo amore non si scorda mai), Giovanni Caccamo e Deborah Iurato (Via da qui), con video di Giuliano Sangiorgi autore del brano, mentre è Fabrizio Moro, autore di Finalmente piove, a videopresentare Valerio Scanu. Chiude la lista dei Campioni in gara Irene Fornaciari (Blu), ieri sera in zona rischio e ripescata dal televoto.
Arriva una prima classifica, provvisioria. Nelle prime tre posizioni il duo Caccamo & Iurato, Francesca Michielin, gli Stadio acclamati dal pubblico in sala. Riparte il televoto del pubblico a casa. Prima della proclamazione dei vincitori, la rassegna stampa di Rocco Tanica: “Un saluto a Renato Zero, che i migliori anni della nostra vita questa sera ce li ha portati via con un discorso di quarantadue minuti”.
La Repubblica