Da martedì 19 novembre sulla rete ammiraglia arriva Lunetta Savino nei panni di una giudice integerrima che, per risolvere una dolorosa vicenda familiare, si unisce a un criminale da strapazzo per compiere un’indagine segreta e rocambolesca.
Cosa succede quando la Legge, il valore più alto nella vita di una donna magistrata, si scontra con il desiderio di farsi giustizia da soli? Sullo sfondo di una Trieste piena di misteri, una giudice considerata integerrima, si unisce a un criminale da strapazzo per compiere un’indagine segreta e rocambolesca: porterà avanti una doppia vita per non insospettire colleghi, parenti e la sua adorata nipote. Il dilemma tra il rispetto della Legge e il desiderio di vendetta è il motore della storia di Libera Orlando (Lunetta Savino), giudice del tribunale di Trieste. Tutto ha inizio quando la donna riesce a mettersi sulle tracce dell’uomo che ritiene colpevole della morte di sua figlia Bianca, avvenuta quindici anni prima. Un dilemma che segna il paradosso del personaggio di Libera la quale, durante l’arco della serie, è divisa tra un’indagine che la spinge ad agire ai limiti della legge e il suo essere una magistrata incorruttibile. Libera è anche una nonna affettuosa: ha una nipote quattordicenne, Clara (Daisy Pieropan), alla quale ha fatto da madre da quando la ragazzina è rimasta orfana. Clara è tutto ciò che resta a Libera di sua figlia Bianca; è spensierata e non ha mai sentito la mancanza della madre perché era troppo piccola quando l’ha perduta. La protezione della nonna le è bastata per divenire un’adolescente felice, dinamica e proiettata nel futuro. Il legame tra Libera e Clara è fatto di leggerezza, complicità, piccoli bisticci e tantissimo amore. È anche per amore di Clara che Libera vuole smascherare l’assassino di sua figlia. Disposta a tutto pur di raggiungere il suo scopo, entra in contatto con Pietro, un pregiudicato che le farà rivelazioni inaspettate e dolorose. Tutto si capovolge. Ciò che Pietro (Matteo Martari) racconta a Libera su sua figlia cambia la ricostruzione che la donna aveva fatto sui motivi della sua morte. Grazie ai nuovi dettagli forniti da Pietro, Libera capisce che c’è un mistero molto più grande intorno alla morte di Bianca. Deve scoprirlo e lo farà proprio insieme a Pietro. I due formano una coppia improbabile ma efficiente, sancita dal patto di non rivelare a Clara il loro sodalizio se non quando avranno scoperto la verità. Diversi sia nell’età che nei modi di essere, i due dovranno agire di nascosto. Libera dovrà mentire a molti, a cominciare da Davide (Claudio Bigagli), vicequestore, suo ex marito e nonno di Clara, dal quale Libera ha divorziato anni prima. Oltre a Davide c’è Isabella (Monica Dugo), sorella di Libera, single incallita alla quale lei nasconde la sua indagine fino a quando la presenza sempre più ingombrante di Pietro nella loro vita di donne single la costringerà a confessarle la sua vera identità. Isabella, vivace e iperattiva, deciderà di aiutarli e di non rivelare il loro segreto, soprattutto a Clara. Libera dovrà fingere anche con i colleghi del Tribunale, specialmente con Ettore Rizzo (Gioele Dix), bello e magnetico, che ultimamente ha iniziato a corteggiarla. In tribunale Libera continua a fare il suo mestiere di giudice, per poi svestire la toga e gettarsi nelle indagini insieme a Pietro. La sua diventa una doppia vita fatta di corse estenuanti tra realtà completamente diverse, dal tribunale ai bassifondi di Trieste, dove in alcuni momenti si spingerà addirittura a sfiorare il limite della legalità pur di placare l’ossessione che la divora da anni e scoprire cosa accadde veramente a sua figlia.
IL REGISTA GIANLUCA MAZZELLA RACCONTA
«Quando Matteo Levi e la Rai mi hanno proposto di dirigere la serie “Libera” ho accettato prima ancora di leggere la sceneggiatura. Sono state sufficienti una breve descrizione del progetto, conoscere il nome dell’attrice protagonista e sapere il luogo dove la fiction sarebbe stata ambientata. Tre ingredienti che a mio avviso erano già una garanzia di qualità. Effettivamente dopo aver letto il copione sono stato molto felice di constatare che il mio istinto era stato premiato. La storia della serie, durante la lettura degli otto episodi, si è confermata avvincente, ben scritta e ricca di colpi di scena. I personaggi protagonisti e di contorno sono molto approfonditi e realistici, i loro movimenti emotivi e psicologici sono appassionanti e sono sicuro che resteranno nel cuore degli spettatori di Rai 1.
Il personaggio principale, una giudice dal grandissimo profilo morale, si dovrà confrontare con una dolorosa vicenda familiare del passato. Mossa dall’assoluta necessità di scoprire la verità su eventi che le hanno cambiato la vita si spingerà addirittura a sfiorare il limite della legalità. Lunetta Savino, attrice che io stimo tantissimo e che ho avuto già il piacere di incontrare nella mia carriera, dà volto e anima a questa giudice e riesce a infonderle tanta umanità, creando un personaggio femminile forte che rimarrà nella memoria degli spettatori a lungo. Tanti altri personaggi accompagnano Libera, il nome della giudice interpretata da Savino, nella sua ricerca della verità, e popolano la trama principale della serie che si dipana tra un colpo di scena e l’altro dalla prima all’ottava puntata. Ma la serie oltre a raccontare la storia personale di Libera racconta anche una serie di processi, diversi in ogni puntata, ai quali la protagonista lavora. Mi è sembrato da subito molto stimolante questo aspetto della struttura narrativa della sceneggiatura. Brevi incursioni nelle aule del tribunale che permettono di conoscere tanti altri personaggi coinvolti nelle vicende più diverse ma che rappresentano un variegato spaccato della società di oggi. Ci indigneremo, ci appassioneremo e ci emozioneremo durante i dibattimenti in aula, vivendoli al fianco di Libera, sempre guidata dall’empatia e dall’umanità al momento di emettere i suoi verdetti. Infine, c’è l’altra grande protagonista di questa serie: la città di Trieste, dove si svolgono le vicende di Libera. Una città unica nel suo genere, dove si respira cultura e si apprezza un’eleganza di altri tempi. Città di mare, città di vento, città di cieli tersi e azzurri, città dall’architettura nobile. È stato per me un enorme piacere ambientare le scene della serie nelle sue strade e nei suoi palazzi e ho fatto di tutto per restituire al pubblico di Rai 1 tutto il suo fascino.»