Succede dopo la messa in onda della serie televisiva: in una scena viene mostrato un numero di telefono. Che però appartiene a un uomo di Domodossola. Da lì le telefonate, gli insulti, le minacce e persino le richieste di raccomandazione
Tutto poteva aspettarsi una coppia di coniugi di Domodossola tranne che una tranquilla domenica sera si trasformasse in una notte da incubo a causa di una fiction. Succede dopo la messa in onda di «Rosy Abate», serie trasmessa su Canale 5 che ha debuttato domenica 12 novembre. Durante la quale è andata in onda una scena con un numero di telefono. Che però non era affatto inventato, ma appartiene appunto a un ignaro signore di Domodossola.
Il numero di telefono
La fiction, con Giulia Michelini, è la storia di una donna di mafia che prova a rifarsi una vita lontano dalla Sicilia. Fin qui, il racconto televisivo. Quello che è successo è che nella puntata di domenica a un certo punto è andata in onda una scena in cui un criminale lasciava un bigliettino alla protagonista. Con sopra un numero di telefono. Nulla di strano se non fosse che quel numero non era affatto inesistente ma anzi appartiene al marito di una donna di Domodossola, peraltro all’ottavo mese di gravidanza.
Le chiamate
E quella che sembrava una tranquilla domenica sera per loro si è trasformata in un’incubo. Perché il cellulare ha cominciato a suonare incessantemente. E a chiamare non sono stati solo telespettatori curiosi, in molti, ha spiegato la donna, hanno telefonato chiedendo se i due fossero parenti di Rosy Abate, se fossero mafiosi. Qualcuno li ha persino minacciati. Lei, la signora, che ha risposto alla telefonate, ora si dice pronta a denunciare tutto ai carabinieri. Tra le tante chiamate c’è stato anche chi ha provato a chiedere una raccomandazione per un provino. Ma lei è disoccupata e il marito, proprietario da 13 anni del numero «incriminato» il carpentiere. Con la tv, con Rosy Abate a con Canale 5, nessuno di loro ha nulla a che fare.
Annalisa Grandi, Corriere.it