Intervistata dal settimanale Spy, Maria Teresa Ruta rivela le motivazioni che l’hanno spinta ad allontanarsi dai riflettori
“Pechino Express mi ha fatto ritrovare il mio pubblico e mi ha fatto scoprire alle nuove generazioni.
Il mio pubblico è quello che va al mercato, che fa la spesa, o al massimo che frequenta gli stadi. E poi sono persone avanti con l’età, perché io ho fatto compagnia ai telespettatori dagli Anni 80 al Duemila. Ora, con grandissima sorpresa, le persone più giovani mi hanno scoperta, mentre coloro che mi conoscevano già hanno ritirato fuori dal cassetto l’idea che avevano di Maria Teresa Ruta“.
Così la showgirl racconta in esclusiva al settimanale Spy il suo ritorno in tv dopo tanti anni di assenza: “Perché in tutti questi anni il mio nome è sempre rimasto impresso nella mente delle persone, ma magari i ricordi erano sfocati, non avendomi quasi più vista. Grazie a questa avventura, dove c’è meno Ruta e più Maria Teresa, forse la gente mi ha conosciuta come mai prima”.
“Ho preferito – continua – a dedicarmi a me stessa e lasciare spazio alle nuove leve. L’ho fatto incosciamente, perché soffrivo quando vedevo giovani meritevoli e capaci, come mia figlia Guenda, che non riuscivano a trovare il loro spazio. Allora, siccome non potevo chiedere ai miei colleghi di fare lo stesso, ho deciso di dare io il buon esempio e farmi da parte. Quando incontro le persone per strada mi dicono: ‘Signora Ruta, lei ci manca’. Ecco, il rapporto quotidiano con il pubblico manca anche a me. E poi fare l’opinionista, come ho cercato di reinventarmi, è molto più complicato”.
L’ex regina della tv degli anni Ottanta e Novanta non rimpiange il passato: “Non ho mai avuto la percezione di aver avuto successo, al di là di alcuni applausi clamorosi. Ho sempre la sensazione, e questo me lo diceva anche Maurizio Costanzo, che se mi fossi concentrata su un’unica cosa avrei potuto dare e avere molto più. Ma io ho sempre fatto di tutto, dal cinema alla musica. Io sorrido sempre alla vita perché sono felice. Quando ero più giovane sorridevo più d’incoscienza, senza rendermi conto della fortuna che avevo. Invece, riguardandomi indietro, devo considerarmi soddisfatta: le botte di fortuna mi hanno sempre accompagnata e io non mi sono mai tirata indietro ai treni che passavano, magari salendoci di corsa o perdendo la valigia. Ma quando ci salivo mi preparavo e studiavo, anche di notte”.
Il Giornale