Prima il colloquio, healing poi l’affondo. Beppe Grillo incontra nel backstage al Circo Massimo Enrico Mentana. Poi lo evoca, a suo modo, davanti alla folla. «Ci vogliono perché siamo gli unici che possono fare quel contraddittorio che fa salire lo share. Ma noi non ci andiamo più nei talk-show», dice dal palco. E racconta: «Oggi è venuto qui Mentana molto preoccupato. Ci ha detto: “Dovete venire perché c’è bisogno di un’interfaccia”. Mentana non hai capito un c…o! Tu sei abituato a parlare a interfaccia come Renzi. Mentana hai sbagliato».
«Come vogliono gestire la loro comunicazione sono affari loro», replica il direttore del Tg La7 . E chiarisce: «Ho fatto un sopralluogo perché avevamo la diretta, abbiamo chiacchierato e gli ho esposto un pensiero che è quello che abbiamo tutti noi giornalisti: la possibilità di avere tra gli ospiti un portavoce dei Cinque Stelle — idea condivisa anche da molti nel Movimento —, lui mi ha espresso le sua perplessità, ribadite poi con le sue modalità che conosciamo anche dal palco». Bersaglio di turno dalla ribalta, il conduttore rivendica la necessità di parlare con i pentastellati: «Hanno preso il 25 e il 21%. Noi raccontiamo la politica con un quarto della politica che non si fa raccontare: puoi subire dei danni collaterali se cerchi di avere un contatto con loro, ma io non invidio chi non ci prova». Mentana vede la manifestazione al Circo Massimo come «un punto di ripartenza per i Cinque Stelle — una volta metabolizzata la sconfitta elettorale — con qualche linea guida, un po’ come hanno sempre fatto i partiti». «A discapito di quanto in parte si è detto, hanno mostrato la mercanzia — sostiene Mentana alludendo alla gente in piazza ieri — . In una stagione in cui tutti non hanno i numeri, in cui Renzi esibisce quelli delle Europee, i Cinque Stelle hanno bisogno di fare un altro tipo di campionato».
(Emanuele Buzzi per “Il Corriere della Sera”)