Nel calcio, i conti dei grandi club non sono mai stati così in rosso, i debiti arrivano ormai a 4 miliardi e mezzo e non è solo colpa della pandemia, ma di anni di cattiva gestione delle spese. E intanto lo sport di massa in Italia è sulle spalle delle famiglie e nelle scuole non è mai decollato. Eppure lo sport potrebbe e dovrebbe essere un “diritto” sancito dalla nostra Costituzione. Saranno questi i temi al centro dell’appuntamento con “PresaDiretta”, un racconto di Riccardo Iacona con Sabrina Carreras, Fabrizio Lazzaretti, Alessandro Macina, Paola Vecchia, Pablo Castellani, Lorenzo Calanchi, in onda lunedì 13 settembre alle 21.20 su Rai3.
Il primo obiettivo è sulla spy story dell’affare SuperLega, la sfida lanciata pochi mesi fa da 12 tra i club più ricchi e prestigiosi del calcio europeo alle istituzioni calcistiche. Cosa è successo nelle 48 ore più tumultuose della storia del calcio, durante le quali la sfida è stata prima lanciata e poi ritirata? E quel progetto è stato davvero accantonato?
In gioco ormai, prima del pallone ci sono i soldi. Quali sono le conseguenze della sempre più profonda “finanziarizzazione” del gioco del calcio? E come funzionano i bilanci delle Società di calcio? A PresaDiretta gli escamotage per incrementare fittiziamente i ricavi e far tornare i conti, il boom delle plusvalenze, la bolla finanziaria nella quale vive il mondo calcistico.
E ancora, i nuovi padroni del calcio, gli americani e gli arabi, gli interessi delle Banche d’Affari, il controllo sui diritti televisivi delle partite, con testimonianze e interviste in esclusiva: Pietro Leonardi, ex amministratore delegato del Parma, condannato in primo grado e radiato dalla giustizia sportiva per il crac della società, e che finora non ha mai parlato in televisione. E poi Maurizio Pistocchi, uno dei volti più noti dell’informazione sportiva in Italia, e le voci dei tifosi italiani e stranieri.
A proposito: rimarrà nel mondo del calcio uno spazio per la passione autentica, quella che ha fatto innamorare milioni e milioni di tifosi in tutto il mondo?
E poi c’è lo sport di massa, quello praticato dai giovani e dalla gente comune. Qui non ci sono i grandi investimenti, si pratica nelle associazioni sportive private che non sono finanziate dallo Stato, ma dalle rette delle famiglie. E con la pandemia questo equilibrio già precario si è infranto. Mancano gli impianti sportivi, soprattutto nel Centro-Sud Italia, quelli esistenti sono vecchi e obsoleti, di proprietà delle amministrazioni locali e gestiti dalle associazioni sportive. Il 62% degli impianti sportivi italiani risale agli anni ’80, e allora si ricorre alla buona volontà e ai soldi delle famiglie. Far frequentare un corso di calcio, di danza, di tennis o di nuoto costa alle famiglie italiane tra i 600 e i 800 Euro l’anno per ogni figlio.
Nelle scuole, poi, lo sport si pratica poco e male, e gli effetti sulla salute pubblica si vedono: l’Italia è ai primi posti in Europa per numero di bambini sedentari e obesi e anche le percentuali di ragazzi che soffrono di mal di schiena sono inquietanti, con il 64% degli studenti che soffre di algie già alla scuola media.
PresaDiretta, infine, è andata in Francia, dove lo sport lo paga lo Stato, e il paese è in cima alla classifica europea per numero di ore dedicate all’educazione fisica nelle scuole, sin dalle elementari, con docenti specializzati in scienze motorie. E i ragazzi francesi fanno ginnastica e atletica, nuotano, giocano a tennis, a basket e praticano tantissime altre discipline, in belle palestre scolastiche e con attrezzature nuove di zecca.