In tv, del collarino non c’è traccia. Barbara d’Urso torna a indossarlo — e lo farà ancora per qualche tempo — appena finita la diretta di Pomeriggio 5. Nemmeno un incidente che le ha tolto per alcuni giorni la sensibilità a un braccio è riuscito a rallentare la conduttrice. O a toglierle il sorriso.
La caduta è solo di qualche settimana fa. Non ha avuto la tentazione di rimandare la messa in onda? «No, non era proprio possibile. Devo gestire tre trasmissioni… ho cercato di vedere il lato positivo, e cioè che sono stata fortunata: mi è caduta una lastra di cristallo tra l’orecchio e la mandibola, potevo morirci. Guardo il bello: sono viva e felicissima».
Stacanovista della tv, quando non è davanti alla telecamera le manca? «In realtà stavo benissimo: queste vacanze me le sono godute. Ero rilassata. Quando non sono in onda non provo senso di smarrimento o abbandono, probabilmente perché so che ci torno presto».
E infatti torna alla guida di tre programmi. «Pomeriggio 5» è già iniziato e la domenica sarà il suo grande giorno, con «Domenica Live» e, in serata, «Live – Non è la d’Urso»… «Sì, hanno spostato la mia prima serata dal mercoledì alla domenica: l’editore sceglie sempre per me il giorno più difficile e infatti la Rai appena lo ha saputo ha immediatamente programmato la serie su Montalbano. Ripetere gli ascolti pazzeschi della prima stagione sarà impossibile, ma ci è stato chiesto un obiettivo di share del 12%, ottimo per una produzione a basso costo e in palinsesto per tanti mesi. Imparagonabile con le grandi produzioni da poche puntate».
E quindi si parte questa domenica… «Con la prima serata sì, Domenica Live inizia quella successiva. Ognuno dei tre programmi ha una sua identità e io curo ogni dettaglio. Tra le idee del prime time, ci sarà uno spazio affidato a Paola Caruso e alla sua mamma biologica dopo che il loro ricongiungimento, la scorsa stagione, ha commosso tutta Italia. Da allora mi hanno scritto in moltissimi che vivono situazioni simili quindi abbiamo pensato a questo spazio chiamato Dna, in cui li aiuteremo. Partiremo con la storia di una comica che il pubblico di Canale5 conosce bene».
Tra gli altri temi che hanno fatto parlare, il Prati-gate. «La nostra è stata un’inchiesta giornalistica: non era più gossip ma cronaca, un caso italiano multimediatico. Ci torneremo su. Nella prima puntata avremo nuove testimonianze: forse scopriremo chi c’era dietro Caltagirone».
Ci sono state critiche. Insomma, anche per questo… «C’è un tasso d’infelicità molto alto. Hanno anche detto che in realtà porto il collarino perché ho fatto un lifting al collo: mi aspetto di tutto. Gli odiatori sono un fenomeno che non risparmia nessuno. Ma preferisco pensare e ringraziare la gente che mi ama e che mi segue da anni. In poche settimane Live è diventato un programma popolare e un vero cult per il web».
Ora nel quotidiano si confronta con «La vita in diretta» di Matano e Cuccarini… «Sono due grandissimi professionisti, la sfida quest’anno per me è molto ma molto più complicata (ma per ora ha vinto lei il confronto)».
E poi c’è Mara Venier. Si è detto molto su di voi, anche che la sua domenica si sposta di orario per non sovrapporsi alla sua. È così? «Mi fa piacere spiegarmi una volta per tutte. Io e Mara non abbiamo mai litigato, siamo due donne mature e intelligenti e quello che è uscito è tutto montato ad arte. Quanto al cambio di programmazione, andando in onda lo stesso giorno anche in prime time, ho chiesto che la domenica avesse la stessa fascia oraria di Pomeriggio 5, volendo evitare che la gente abbia la nausea nel vedermi sempre in tv. Se avessi chiesto o chiedessi anche adesso di iniziare prima, a Mediaset sarebbero ben felici visto che ci hanno provato».
È tra le donne più influenti della tv: quando ha iniziato era un mondo al maschile… «Ci è voluto carattere, quello che ho me lo sono dovuto conquistare e oggi spero che tante giovani colleghe crescano e trovino il loro spazio. Io sono per fare in modo che in molte riescano ad emergere».
Capitolo sogni nel cassetto: chi vorrebbe intervistare? «Il premier Conte. Lui ancora mi manca».
Chiara Maffioletti, Corriere.it