Margherita Buy e Valeria Golino nel nuovo film del regista di “Gli equilibristi” e “I nostri ragazzi”. Storia di una donna che spezza il legame con un marito violento e sceglie di ricostruire la propria esistenza
Ci sono donne che perdono alcune battaglie ma alla fine vincono la guerra. Le donne come Anna, che stanno zitte finché non capiscono che la violenza non è mai una forma d’amore, allora spezzano i rapporti malati e cercano la strada per ricominciare. La vita possibile è il nuovo film di Ivano De Matteo, «una storia di coraggio» spiega il regista che dopo Gli equilibristi e I nostri ragazzi torna a indagare le disfunzioni di un ménage familiare. «Negli altri film c’erano famiglie serene che all’improvviso esplodono, qui si parte da un dramma per arrivare a una rinascita».
Un’altra raffica di pugni, l’ennesima denuncia inascoltata, un figlio da proteggere: Anna cambia città, da Roma a Torino. L’accoglie l’amica Carla, inizia il lavoro di ricostruzione della propria esistenza. Anna è Margherita Buy, Carla è Valeria Golino, sullo stesso set a sedici anni dalla prima volta, Controvento di Peter Del Monte. La vita possibile, prodotto da Rodeo Drive – Barbary Films con Rai Cinema, nelle sale dal 22 settembre con Teodora F Margherita Buyilm, attinge dall’attualità, «è per le donne che ce l’hanno fatta, mi piacerebbe che facesse scattare qualcosa in quelle che non ce la fanno» spiega De Matteo che l’ha scritto con la compagna Valentina Ferlan. «Ci ha colpito la vicenda di una persona che conosciamo. Avevamo intuito che qualcosa non andava, poi un giorno si è aperta con noi, ci ha raccontato tutto. Non avremmo mai immaginato. Da quel momento abbiamo lavorato incontrando vittime di violenza domestica, donne che subiscono da vent’anni. E psicologi dell’infanzia, perché sono i figli a pagare il prezzo più alto: quando vedono il padre picchiare la madre non sanno da che parte stare, a chi dare la colpa».
Non è la storia di una fuga né si insiste sugli abusi, «siamo già abbastanza bombardati, non volevo fare un film voyeuristico. Soprattutto — precisa il regista — non volevo entrare nelle motivazioni che spingono a subire. Non ho gli strumenti, sarebbe presuntuoso solo provarci, ogni caso è a sé. È la storia di una scelta e si può sintetizzare in tre parti: la violenza di un uomo, l’amicizia di una donna, l’amore di un bambino».
Valerio (Andrea Pittorino), 13 anni, è il motore della vicenda. Sradicato dal “prima”, cerca punti di riferimento. Carla diventa una specie di zia, nella giovanissima prostituta Larissa (Caterina Shulha) vede un’amichetta, nell’ex calciatore Mathieu che ora lavora in un bistrot del quartiere (Bruno Todeschini) ritrova la figura paterna. «Valerio è chiuso, fragile e pieno di risentimento ma è il suo bisogno d’amore che spinge Anna a cambiare, a non finire come un nome sui giornali. Grazie a lui trova la forza di ribellarsi, per lui — conclude De Matteo — trova una piccola casa, un lavoro, anche duro. Sta in questo la vita possibile: nel coraggio delle donne».
Alessandra Vitali, La Repubblica