In onda dal 12 settembre in prima serata, la nuova serie tv racconta dell’acerrima lotta tra Stato e Mafia. A seguire le tracce dei latitanti è la Catturandi di Palermo, squadra d’élite capitanata da Anita Caprioli
Catturandi – Nel nome del padre, la nuova serie tv di Raiuno (in onda dal 12 settembre in prima serata), racconta dell’acerrima lotta tra Stato e Mafia. In questo caso a seguire le tracce dei latitanti è la Catturandi di Palermo, squadra d’élite della Polizia capitanata da Palma Toscano (Anita Caprioli). «Una donna contemporanea», la descrive il regista Fabrizio Costa, «che è definita dal proprio lavoro che la assorbe, ma non è immune ai sentimenti. La sua complessità la rende affascinante e autentica. Fortunatamente è difficile inquadrarla all’interno di uno stereotipo».
Una donna che si dedica alla ricerca spasmodica dell’ultimo capo di una potente organizzazione criminale: Natale Sciacca, interpretato da Vincenzo Amato. «Un mafioso che ha degli aspetti da ‘gentiluomo’ e un carisma in grado di ammaliare le donne», rivela Costa. Palma Toscano segue il suo istinto e quella passione che il padre, ex poliziotto sulla cui morte grava ancora il mistero, le ha sempre trasmesso. Su Palermo aleggiano luci e ombre, proprio come sui protagonisti della fiction: nulla è come sembra.
Nel cast, oltre a Caprioli e Amato, spiccano Massimo Ghini (nei panni del vicequestore Valerio Vento che ha una relazione con Palma), Alessio Boni (Tito Vergani, banchiere milanese che nasconde molti segreti), Leo Gullotta (avvocato Ruggero Mazzamuto), Raniero Monaco di Lapio (Ivan, braccio destro di Palma) e Marta Gastini (Alina, figlia di Tito).
«Catturandi è un racconto sulla mafia e sugli uomini che la combattono attraverso un’azione paziente, accurata e anche logorante di intercettazione e osservazione, finalizzata all’arresto dei latitanti – afferma il regista -. Un lavoro ‘invisibile’ che mi ha fatto pensare a capolavori del cinema come La Conversazione di Francis Ford Coppola e Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck».
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