È morta Sylvia Miles, nel film cult ‘Un uomo da marciapiede’ accanto a John Voight

È morta Sylvia Miles, nel film cult ‘Un uomo da marciapiede’ accanto a John Voight

Aveva 94 anni. Due nomination agli Oscar

È morta Sylvia Miles, la cui fama è legata a una piccola parte durata meno di cinque minuti (per l’esattezza 4 minuti e 45 secondi) ma entrata nella storia del cinema: ottenne una nomination all’Oscar come miglior interprete non protagonista per il film Un uomo da marciapiede (1969) del regista John Schlesinger, in cui veste i panni di Cass, una ricca signora dell’alta borghesia di New York che invita nel suo appartamento un giovane uomo (John Voight) per una breve avventura di sesso, inconsapevole del fatto che il ragazzo è un mercenario di strada. Sylvia Miles, nome d’arte di Sylvia Reuben Lee, è morta ieri a Manhattan, all’età di 94 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato da un amico, il pubblicista Mauricio Padilha, al New York Times. Con un talento fiammeggiante, che le ha fatto interpretare una quarantina di film e decine di serie tv, Miles si era guadagnata, abbondantemente dopo la mezza età, la reputazione di audace e oscena per le sue frequentazioni continue di feste pubbliche e private, dove amava presentarsi sempre con abiti esuberanti ed eccentrici. Aveva ottenuto una seconda nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista per il film Marlowe il poliziotto privato (1975) di Dick Richards.Al cinema si ricorda tra gli altri film in Fuga da Hollywood di Dennis Hopper (1971), Calore di Paul Morrissey (1972), Sentinel di Michael Winner (1977), Zero to sixty di Don Weis (1978), Evil under the sun di Guy Hamilton (1982), Critical condition di Michael Apted (1987), La bella addormentata di David Irving (1987), Wall Street di Oliver Stone (1987), Dall’altro lato della strada di Joan Micklin Silver (1988), Spike of Bensonhurst di Paul Morrissey (1988), She – Devil di Susan Seidelman (1989), Hellò, Denise di Hal Salwen (1995), The Boys behind the Desk di Sally Kirkland, High Times Potluck di Alison Thompson (2002), Rose’s di Frank Patterson (2003).

repubblica.it

Torna in alto