La cantante senese arriva al traguardo colma di gioia: «Ho realizzato il mio sogno: diventare quello che sono e quello che volevo»
Inutile chiedere a Gianna Nannini un bilancio dei suoi 60 anni. Aveva già dato una risposta significativa a Io donna qualche tempo fa. «Ho realizzato il mio sogno: diventare quello che sono e quello che volevo». E come si fa?, le avevamo chiesto. «Bisogna avere un’alta dose di egoismo – egoismo non dannoso verso gli altri – per non farti mettere i piedi in capo, per non vederti imporre i ritmi, per non lasciarti spremere. So di cosa sto parlando: nell’84, a forza di passare di concerto in concerto, di disco in film, ho rischiato la sanità mentale. Non so cosa sia successo esattamente, una forma di depressione assoluta. Quando mi sono “svegliata”, dopo aver “vomitato” me stessa e le mie negatività, era come se fossi nata in quell’istante: il 1984».
Nella realtà Gianna è nata però il 14 giugno 1956 («In Fontebranda – contrada dell’Oca – e ne sono orgogliosa») e ha capito tutto presto: che non voleva restare a Siena, che non voleva lavorare nell’azienda pasticcera di famiglia. E, soprattutto, che la sua passione era la musica. A 12 anni era già iscritta al conservatorio e a 18 – “scoperta” da Mara Maionchi e Claudio Fabi – debuttava assieme ai Flora Fauna e Cemento. Nel 1976 il primo album, Gianna Nannini (eh sì, festeggia anche i 40 anni di carriera!). Da allora inizia la corsa – California con lo “scandaloso” singolo America; Latin Lover; Puzzle con Fotoromanza – che la porta al crollo del 1984. E alla rinascita.
Sempre anticonformista, sempre prepotentemente se stessa, sempre ironica: intitola l’album del 1990 Scandalo.
Alterna l’alto (nel 1987 con Sting e Jack Bruce canta ad Amburgo L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weill, nel 2007 collabora con Michelangelo Pistoletto all’installazione Il Terzo Paradiso) e il pop (le partecipazioni come ospite a Sanremo e quella a X Factor). “Tignosa”, come si direbbe nella sua Toscana, malgrado gli impegni non rinuncia agli studi: nel 1994 si laurea in Filosofia all’Università di Siena con la tesi “Il corpo nella voce – Relazioni corpo-voce in una prospettiva di antropologia musicale”.
Nel 2010, il colpo di scena più clamoroso: a 54 anni diventa mamma di Penelope. Le femministe fanno la ola, tanti altri la criticano. Ma ancora una volta lei ha la risposta giusta. «Ho un concetto tutto mio dello “scandalo”» aveva puntualizzato con Io donna. «Scandalo è la violenza inaudita, scandalo è riproporne le immagini tv in continuazione fino a far passare l’idea che è normale. Scandalo è condizionare le menti portandole verso modelli idioti, dai canoni di bellezza ai miti del successo. Bisogna solo essere se stessi: meno si è se stessi, meno si ha da dare».
di M.L.G., Io Donna