Stevie Wonder compie 70 anni, auguri all’icona della black music
Bambino prodigio, con un contratto firmato già a 11 anni, genio musicale, che ha rivoluzionato la black music contaminandola con pop, jazz, funk e reggae e creando un sound unico e imitatissimo. Stevie Wonder, il cui vero nome è Stevland Hardaway Judkins, compie 70 anni. Nato a Saginaw nel Michigan, non vedente dalla nascita ma con un talento senza precedenti per la musica, a 4 anni suonava già il piano, a 13 aveva già scalato la classifica Billboard, il più giovane artista a raggiungere la vetta della top ten…
E di primati Stevie Wonder ne ha collezionati tantissimi durante la sua lunga carriera. Quasi 60 anni di musica e di successi.
Oltre ai cento milioni di dischi venduti, 25 Grammy Awards, insieme a Sinatra è l’unico ad averne vinto tre consecutivi per i suoi album, 1 Grammy Lifetime Achievement Award, 1 Premio Oscar e 11 American Music Awards, tra le decine di altri premi.
Precoce, talentuoso, originale, con incredibili doti vocali, di lui si può dire che il suo destino fosse già segnato per grandi risultati. E non solo musica. Icona della lotta per i diritti dei neri americani, della Pace e della solidarietà per l’Africa, un modello per la comunità Black di artista consapevole e in grado di avere il controllo sulla sua musica.
Nato prematuro, a causa, pare, dell’ossigeno arricchito dell’incubatrice ha contratto una retinopatia che lo ha reso cieco. La sua fortuna è stata il trasferimento a Detroit della madre: qui a 11 anni fa ascoltare una sua canzone a Ronnie White dei Miracles che lo porta alla Motown: Barry Gordy, il padre padrone della casa discografica, gli offre subito un contratto di cinque anni. E’ qui che Stevland Hardaway Morris diventa “Little” Stevie Wonder: il ragazzino viene adottato dai meravigliosi “Funk Brothers”, la band che ha registrato tutti il più celebre repertorio della Motown. I suoi maestri di vita e di musica sono delle leggende: il genio precoce non poteva trovare palestra migliore, visto che in quello scantinato che ha prodotto una serie inarrivabile di successi e classici, si suonava e registrava di continuo. A 13 anni va primo in classifica con “Fingertips”, un’improvvisazione live di armonica. Ancora oggi e’ il piu’ giovane artista ad aver raggiunto la cima della hit parade. Ripercorrere la sua carriera vuol dire mettere le mani in un repertorio impressionante fatto di canzoni che sono parte integrante della vita popolare, “Superstition”, “For Once in My Life”, “Isn’t She Lovely”, “Master Blaster”, “Overjoyed” per citare solo qualche titolo. Attorno a questa serie di titoli ci sono però anche alcuni tra gli album piuù importanti di sempre, “Talking Book”, “Innervision”, “Songs In The Key of Life”.
Impossibile non riconoscerlo quando canta, quando suona l’armonica, la tastiera o il pianoforte, perfino quando suona la batteria. Oggi è qualcosa di più di un artista: è un patrimonio dell’umanità, un uomo che ha creato un mondo musicale, che è riuscito ad entrare nella vita della gente, che può permettersi di guardare al suo 70/o compleanno con la serenità di chi ha trasformato il suo genio in un messaggio universale, senza mai dimenticare l’impegno.
L’ultimo è stato poche settimane fa in piena pandemia: “Durante le difficoltà come questa, dobbiamo fare affidamento gli uni sugli altri”. Sono le parole che ha pronunciato prima della sua esibizione al “One world together at home”, il grande concerto delle star americane per raccogliere fondi durante la pandemia di coronavirus. Poi l’artista ha interpretato alla sua meravigliosa maniera Love’s In Need Of Love Today che fu di Bill Withers, altro grande interprete soul, recentemente scomparso.
TgCom24