La decisione di anticipare la chiusura di Che fuori tempo che fa, la trasmissione in seconda serata condotta da Fabio Fazio, si porta dietro strascichi e conflitti interni all’azienda. La decisione di sospendere in anticipo la messa in onda il 13 maggio, con tre settimane di anticipo, è arrivata dalle cariche più vicine alla Lega, in particolare dalla direttrice di Rai1, Teresa De Santis. Una decisione che però non è piaciuta all’amministratore delegato, Fabrizio Salini, che non sarebbe stato informato, e che, dicono al Corriere fonti a lui vicine, è “molto irritato”, tanto da aver convocato per la mattinata di lunedì la De Santis, vicina al Carroccio, per avere chiarimenti sulla decisione presa. Lo stesso Salini che, al festival della tv di Dogliani, si era esposto in prima persona per difendere Fazio: “È un talento”.
A sollevare nuovamente le polemiche erano state le parole del consigliere di amministrazione, Igor De Biasio, che in un’intervista al Messaggero aveva attaccato il conduttore, dicendo che rappresenta “un’opportunità, ma a due condizioni. La prima: uno stipendio accettabile agli occhi degli italiani che lo pagano. La seconda: che vada su un’altra rete”. Contro di lui un altro consigliere, Riccardo Laganà: “Lasciamo lavorare in autonomia Salini – aveva detto – Voglio credere nelle sue intenzioni di valorizzare e utilizzare appieno le eccellenze interne Rai, a cominciare già dalle prossime nomine”.
La posizione di de Biasio, scrive Repubblica, sembra una risposta alla decisione del Movimento 5 Stelle di appoggiare la risoluzione presentata in Vigilanza dal Pd e riguardante il doppio incarico del presidente Rai, Marcello Foa, in RaiCom. Difficilmente, però, si arriverà a una decisione della Commissione prima delle elezioni.
Anche Foa era uno di quelli partiti all’attacco dello storico conduttore Rai, ripetendo che “il suo stipendio è elevato”, così come il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che non ha mai mancato di ribadire il suo punto di vista sul compenso del conduttore durante molti comizi e apparizioni tv: “Guadagna più lui in un mese di me in un anno”, aveva detto già a gennaio. E anche lunedì mattina è tornato sulla questione: “Mi occupo di palinsesti televisivi? Mi dà fastidio che ci sia chi è pagato dagli italiani per fare una trasmissione politica. Mi piace il dibattito, per me la può fare anche a Natale e Capodanno. Mi dà fastidio che su una televisione pubblica pagata dagli italiani ci siano stipendi da milioni di euro a cui la Lega ha deciso di imporre un tetto”, ha detto a Radio24 il ministro dell’Interno.
Il programma ha un costo di circa 72 milioni di euro in quattro anni per la messa in onda, compresi i costi di produzione, di cui 2,2 milioni all’anno entrano nelle tasche del conduttore. Ma a indispettire il Carroccio sono state anche le numerose campagne in favore dell’accoglienza portate avanti dallo staff di Che fuori tempo che fa e da Fazio in prima persona.
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