Ai trader di Wall Street piacciono i cartoni animati della Disney? Sì, soprattutto se fanno loro guadagnare un sacco di soldi. Da qui la divertente trovata di MarketWatch: perché non proviamo a vedere quali sono stati i cartoni degli ultimi cinquant’anni di maggior successo dal punto di vista borsistico, oltre che sotto il profilo degli incassi?
La speciale classifica infatti rileva la performance relativa delle azioni Disney rispetto all’indice S&P500 dal giorno precedente l’uscita del film al cinema fino ai sette giorni successivi. In pratica, quindi, viene misurato lo “scostamento” tra l’andamento in Borsa delle azioni Disney e quello dell’indice guida di Wall Street nella prima settimana di programmazione. Al risultato di ogni singolo cartone vengono poi aggiunti gli incassi al botteghino del film negli Stati Uniti, misurati da Box Office Mojo e aggiustati rispetto all’inflazione. Nell’analisi non sono stati considerati i cartoni Pixar e quelli creati con Tim Burton.
Fermo restando che le emozioni – spesso irrazionali – accomunano sia le performance dei cartoni Disney che quelle borsistiche, ha senso una classifica di questo tipo? Certo, spiega Paul Dergarabedian, analista di comScore: «Gli investitori monitorano attentamente i risultati al botteghino dei film Disney, ai quali sono legate le altre aree di business della Casa del Topo, come il merchandising, i parchi a tema e gli ascolti tv sui “Channels”». Pensiamo per esempio a quanto gli analisti finanziari si sono spaccati la testa nel cercare di stimare il futuro successo del “Risveglio della Forza”, il primo Star Wars targato Disney.
Dunque chi è la gallina dalle uova d’oro di tutti i tempi della Disney? Primo in classifica è quel geniaccio di Aladin: approdato nei cinema statunitensi il 25 novembre 1992, ha messo a segno ottimi incassi al botteghino – quasi 500 milioni di dollari, terzo miglior lungometraggio al box office fra i 38 analizzati – ma anche una buona performance borsistica, con le azioni Disney che nella prima settimana di programmazione hanno sovraperformato lo S&P500 del 3,95%.
Medaglia d’argento invece a Pocahontas, che ha debuttato negli Stati Uniti il 23 giugno 1995: l’eroina indiana per la verità aveva fatto meglio di Aladin a Wall Street (nei primi sette giorni di programmazione le azioni Disney avevano sovraperformato l’indice S&P500 di ben il 6,24%), ma si è rivelata meno travolgente del Genio della lampada quanto a incassi: negli Stati Uniti Pocahontas ha fatto segnare ricavi per 279,25 milioni di dollari, in ottava posizione fra i 38 lungometraggi considerati dall’analisi.
Terza posizione invece per una novità di casa Disney: Zootopia, approdato sugli schermi americani il 4 marzo 2016 (nella versione italiana il titolo è Zootropolis). Negli Stati Uniti la storia della coniglietta poliziotto Judy e della volpe Nick ha finora incassato 323,84 milioni di dollari al botteghino (in sesta posizione fra i 38 lungometraggi analizzati), con una buona performance delle azioni Disney rispetto al benchmark S&P500 (+2,36%, in decima posizione tra i film esaminati).
A seguire troviamo Ercole (1997), il vecchio Il Libro della Giungla (1967) e Mulan (1998). Solo settimo in questa speciale classifica il celebrato Frozen (2013), mentre fanalino di coda è il semisconosciuto Mucche alla riscossa del 2004. Un colossale flop in termini di box office – costato 110 milioni di dollari, ne recuperò al botteghino appena 52, meno della metà – che venne ovviamente bastonato anche a Wall Street: le azioni Disney nella prima settimana di programmazione del cartoon sottoperformarono lo S&P500 del 2,82%.
Erano anni difficili per Disney, che assisteva impotente ai successi targati Pixar con Nemo e DreamWorks con Shrek. Fino a quando la Casa del Topo non decise nel 2006 di rinnovarsi in profondità acquisendo Pixar ma di fatto – artisticamente – venendone acquisita, visto che da allora sui cartoni del colosso di Burbank comandano proprio i co-fondatori di Pixar: John Lasseter ed Ed Catmull.