MAX PEZZALI: “A 48 ANNI HO ANCORA VOGLIA DI FARE UN POʼ DI CASINO…

MAX PEZZALI: “A 48 ANNI HO ANCORA VOGLIA DI FARE UN POʼ DI CASINO…

Esce il nuovo doppio album, riedizione dellʼultimo cd con due nuove tracce e 14 pezzi live tra i più famosi del cantante pavese

max pezzali“Ero annoiato dal mio modo di scrivere, avevo bisogno di un altro punto di vista…”, così sono nate “Due anime”, realizzato con Niccolò Contessa de I Cani, e “Non lo so” scritta con Zibba, le due nuove canzoni con cui Max Pezzali apre il primo cd del doppio album “Astronave Max New Mission 2016”, riedizione del disco di un anno fa. Il disco, che contiene anche 14 dei suoi più grandi successi in versione live, segna un nuovo corso per il cantautore pavese.
Un nuovo corso che parte dall’umiltà di chiedere aiuto senza auto celebrarsi. “Io credo che nella musica si nasce incendiari, si diventa pompieri e poi ad una certa età ti viene voglia di fare casino di nuovo… è la senilità forse e io mi trovo in questa terza fase, mi sento come un anzione che si compra la Porsche”, racconta Pezzali, che partirà con un tour il 29 giugno dall’Auditorium Parco della Musica di Roma e toccherà varie città italiane tra cui Firenze, Reggio Emilia, Pescara, Cattolica, Genova, Milano e Brescia per chiudersi il 17 luglio.
“Se non trovi lo stimolo però fare qualcosa che ti dia un brivido nuovo allora, a 50 anni è ora di smetterla. Io ne ho 48 e quindi sono quasi arrivato. Quindi mi sono detto, se non sei soddisfatto delle cose che fai allora chiedi aiuto e solo allora riesci a sbloccarti e a fare uscire qualcosa di nuovo. Questo è l’obiettivo e voglio continuare su questa strada”. Spiega così il cantautore, fra i più amati di sempre, capace di firmare canzoni che hanno emozionato, divertito e fatto innamorare diverse generazioni, la sua nuova svolta musicale e racconta la genesi delle due nuove canzoni inserite nel doppio album e come è nata la collaborazione con Niccolò Contessa: “Quando scrivi canzoni, a un certo punto ti viene una sorta di memoria muscolare, come se andassi a mettere le mani sempre nello stesso punto della tastiera, mi dava fastidio scrivere canzoni sempre con quell’andamento e ho cercato di cambiare, ritmica e metrica con una drum machine, ma mi mancava qualcosa che rendesse il pezzo qualcosa di più di un esperimento… e allora ho pensato perché non sentire qualcun altro che cambi il punto di vista delle cose… ho mandato a Niccolo il file e incredibilmente nel giro di pochi giorni lui me lo ha rimandato e mi ha fatto capire cosa io non avevo capito, con pochi interventi lo ha fatto diventare un altro pezzo… ci ha messo il suo punto di vista e lo ha trasformato!”.
La collaborazione con I Cani di Contessa, con cui Pezzali è legato da un’amicizia coltivata negli anni,da un “cultura musicale nerd” in comune e da alcune partecipazioni ai concerti della band romana ha così condotto a “Due anime”. Per “Non lo so” è successo più o meno la stessa cosa. Max ha contatto Zibba e gli ha sottoposto l’altra traccia, un outtake scartato dalla prima edizione di ‘Astronave Max’.
“E’ questo tipo di approccio cooperativo che voglio mantenere e se devo pensare ad un mio prossimo album di inediti melo immagino così… questa è una strada da percorrere”.
In quanto ai contenuti Pezzali spiega come oggi la più grande difficoltà nello scrivere canzoni consista proprio nel cosa scrivere: “Oggi è difficile parlare del quotidiano nel pop perché il rap ha già fatto tanto in questo senso… loro hanno la credibilità, l’età e lo spazio metrico, uno della mia età che racconta la quotidianità suona triste, perché la sua quotidianità è triste. Bisogna inventarsi qualcosa di diverso”. E allora per il cantautore la strada è quella di recuperare una via di mezzo tra il prosaico e l’aulico, che ti permetta di raccontare brevi emozioni istantanee: “Fondamentale è utilizzare l’amore come pretesto, Neil Young diceva ‘vogliono tutti sentire parlare d’amore’ e io credo che sia inutile trincerarsi dietro un aristocratico ‘che schifo parlare d’amore’. L’amore è un utile ariete per fare arrivare altre cose intorno”. Quindi sì all’amore, ma ben mascherato: “Bisogna prima di tutto divertirsi con le parole, il significante è più importante del significato, le parole che usi più del messaggio. Deve sembrare che parli d’amore, ma poi devi metterci dentro anche cose che con l’amore non hanno a che fare. E’ il gioco del lavorare sul testo che mi piace di più”. E ai giovani aspiranti cantautori dice: “Non basta la voce, sarebbe opportuno che oltre a cantare i concorrenti dei talent cominciassero a comporre”.

Tgcom24

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