Il tanto atteso debutto nel lungometraggio di Emiliano Locatelli, “Il Diavolo è Dragan Cygan”, distribuito da Roble Factory, è finalmente arrivato nei cinema italiani. Un film che promette di lasciare il segno grazie alla sua trama lontana dallo sconfortante trenino narrativo italico “due camere e cucina”.
Il film, girato tra le suggestive location di Pordenone e Udine, vede protagonisti Enzo Salvi, Sebastiano Somma, Adolfo Margiotta, Gennaro Lillio, Ivan Boragine, Giovanni Carta, Emy Bergamo, Carlotta Rondana e Lara Balbo. Ma è proprio Enzo Salvi a brillare in una veste drammatica inedita, dimostrando ancora una volta la sua incredibile versatilità come attore.
La storia segue le vicende di Dragan, un ex rapinatore redento, e Daniele, un umile operaio alle prese con le difficoltà economiche della sua famiglia. Legati dalla passione per gli scacchi, i due diventano presto amici e si trovano coinvolti in una serie di eventi che cambieranno per sempre le loro vite.
Il destino di questi personaggi si intreccia in modo indissolubile con quello del poliziotto Fabrizio, dando vita a una narrazione avvincente e ricca di colpi di scena. La regia sicura di Emiliano Locatelli, supportata dalla direzione della fotografia di Tomaso Aramini e dalle musiche di Emanuele Braga, è funzionale all’idea noir del racconto.
Ma è l’interpretazione di Enzo Salvi a rubare la scena. Con una profondità e una sensibilità sorprendenti, Salvi porta alla vita il personaggio di Dragan, regalando al pubblico una performance indimenticabile. La sua capacità di trasmettere le sfumature più sottili delle emozioni e di farci immergere completamente nella storia è semplicemente straordinaria.
“Il Diavolo è Dragan Cygan” è la volontà di uscire dal consueto, che annoia e mortifica lo spettatore. Qui Enzo Salvi dimostra ancora una volta di essere un talento poliedrico capace di affrontare qualsiasi sfida artistica con maestria e talento. Egli è attore vero, perché fuori dalle paturnie tipiche di chi ha la spocchia nel DNA.