PAOLA TURCI RACCONTA L’INCIDENTE DALLA D’URSO: «PER 2 ANNI MI SONO USCITI VETRI DALLA FACCIA»

PAOLA TURCI RACCONTA L’INCIDENTE DALLA D’URSO: «PER 2 ANNI MI SONO USCITI VETRI DALLA FACCIA»

«Stavo andando dalla Sicilia alla Campania perché dovevo fare un concerto. Guidavo io. L’unica volta in trent’anni di carriera che ho guidato io andando a un concerto. Ero in un momento infelice della mia vita ma mi sentivo onnipotente. A un certo punto, ho guardato il telefono».
«Quel giorno avevo chiamato tutti. Ero al telefono ma si staccava spesso. Ho guardato un istante la spina del telefono. Il mio driver ha urlato: attenta! Ho visto il guardrail che stavo per sfiorare, ho sterzato, ho visto un fosso. Non andavo veloce, ero a 120. Sterzo. Ho pensato: Vado a sinistra e sbattere la macchina al guardrail, si fermerà. Non lo ha fatto. Ho chiuso gli occhi. La macchina ha cappottato. Ho sentito tutta la faccia aperta, come quando l’acqua batte sul viso sotto la doccia, sentivi gli zampilli di sangue sulla faccia. Mi sono detta subito: Calmati. Sentire la faccia aperta e il sangue era surreale. Tutte le cartoline con il mio nome e cognome, che erano in auto, hanno cominciato a invadere la strada. Passavano poche persone ma hanno capito e hanno cominciato a fermarsi. Io non vedevo nulla ma li sentivo urlare: Paola Turci, Paola Turci».
Un incidente tremendo ma già venti giorni dopo la Turci mostrava di nuovo tutta la sua energia.
«Per due anni mi sono usciti vetri dalla faccia. Mi definivo la vetraia. Ho avuto tredici operazioni: 12 solo nell’occhio, una sulla guancia». In quel periodo, la cantante si è trasferita a Milano per le operazioni frequenti. Poi si parla di musica.
«Mi avevano proposto di cantare Almeno tu nell’universo. Quando ho saputo che la cantava Mia Martini, che io adoravo, sono stata molto contenta. Poi abbiamo vinto il premio della Critica insieme. È stato così emozionante».
In studio la sorella di Paola.
«Io ero Calimero da piccola però ero simpatica – racconta la cantante – Mia sorella era il mio riferimento di bellezza».

Il Messaggero

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