MARIO SALIERI, IL RE DEL PORNO COMPIE 60 ANNI: “A UNA GIOVANE CHE VUOL FARE LA PORNOSTAR DIREI MEGLIO LA ESCORT”

MARIO SALIERI, IL RE DEL PORNO COMPIE 60 ANNI: “A UNA GIOVANE CHE VUOL FARE LA PORNOSTAR DIREI MEGLIO LA ESCORT”

Da Selen a Ron Jeremy, 40 anni di carriera nel cinema hard. Da Budapest dove si è trasferito da una decina d’anni, l’autore napoletano di titoli immortali come Concetta Licata, Dracula e Eros e Tanatos, continua a fare film e racconta la sua arte al FQMagazine: “Nel mondo del web contemporaneo dove il porno è gratis, la mia autorialità fa la differenza”. Sull’attore statunitense: “Capace ma avarissimo”. Selen: “Carissima amica e donna magnifica”

Quando il prossimo amico vi darà di gomito dicendovi “Sì, ma tanto nel porno non c’è trama”, abbiate cura di dirgli: “Taci. E guarda un film di Mario Salieri”. Lui, napoletano, classe 1957, integerrimo re del porno, fisico da body builder, dietro la macchina da presa da metà anni ottanta, continua, dal buen ritiro di Budapest, a sfornare porno con abbondanti e dettagliate trame come per un qualsiasi opera hollywoodiana che si rispetti. Titoli che, oltretutto, non propongono mai volgari giochi di parole ma sempre agganci dotti a letteratura, cinema d’essai e cronaca. I Racconti Immorali di Borowczyk diventano quelli di Salieri, il Dracula di Coppola idem; e tra le decine di opere, forse almeno un centinaio, spiccano capolavori come la saga Concetta Licata, interpretata da una giovanissima Selen, dove una coppietta assiste all’assassinio di due poliziotti da parte di alcuni mafiosi; o ancora il Faust (2002) tratto da Christopher Marlowe con un cast che viaggia sinuoso nel tempo. “L’aspetto narrativo molto dettagliato serve moltissimo. I miei film hanno una fase di scrittura molto lunga. Poi ingaggio anche attori terzi che interpretano la trama e mi affido a quelli hard per le scene porno”, racconta Salieri al FQMagazine. “E’ il mio marchio autoriale che nel tempo ripaga professionalmente ed economicamente, e che in mezzo a tutto il porno gratuito che si trova con un click su Internet oggi fa ancora molto la differenza”.
Quando e come ha iniziato la carriera nel porno Mario Salieri?
Fu a metà degli anni ottanta. Con la diffusione del VHS, dell’home video casalingo, che era iniziato poco prima con la Betamax Sony. Ebbi l’idea di creare dei filmati privati mentre mi trovavo in Olanda. Erano ciò che oggi si chiamano i film “amatoriali”. Li vendetti come film italiani. Fecero scalpore ed ebbi subito successo. Da lì fondai la mia prima azienda produttiva a Napoli e a seguire arrivarono tutti i film che lei ha citato.
Un bilancio della carriera a 60 anni da compiere tra pochi mesi…
Sono un privilegiato. Faccio ciò che mi piace. Non ci penso nemmeno a riposarmi. Finchè avrò forza ed energia nessun cedimento. Sempre sul set.
La massa di porno gratuito online non le dà problemi?
Guardi, io utilizzo il web per promuovere il mio lavoro, ma di fondo la rete è un mondo che mi interessa poco. I social, poi, sono molto minimalisti come l’autopromozione di Andrea Dipré, oramai dedicatosi al porno a tempo pieno. Vede, tutto quello che c’è in rete, come dicevo poc’anzi, si assomiglia, quindi qualcosa di diverso come il mio cinema attira di più. Di scene con venti attori neri che fanno sesso con una giovane bianca il web ne è zeppo e passa oramai inosservato. Mentre i miei film sono ogni volta costruiti secondo un concetto preciso di autorialità, importante per conquistare il mio pubblico. Che sarà di nicchia, ma anch’io mostro oramai le mie opere solo sul web, grazie ai miei partner distributivi internazionali, sia in streaming che in download, ovviamente a pagamento.
Sfogliamo l’album dei ricordi: Selen.
Carissima amica, donna magnifica. Abbiamo condiviso i nostri più grandi successi. Ne conservo un ricordo straordinario sia professionale che personale.
Ron Jeremy.
Simpaticissimo, con la dote abbastanza rara nel porno di saper recitare. E poi le scene hard le interpretava con emozione intensa. Un unico difetto: era molto avaro.
Quali attrici dei suoi set ricorda con più piacere?
Joy Karins, Luana Borgia, Angelica Bella. E poi Michelle Wild con cui girai La dolce vita.
La musa dei suoi ultimi film: Roberta Gemma
Ragazza perbene, molto affascinante. Bellezza tipicamente mediterranea che si presta a certe narrative. So che vuole avere un figlio e credo che si stia per ritirare dalle scene hard. Peccato.
Si racconta della grande professionalità sui set del porno di Salieri…
Nelle mie produzioni c’è grande rigore. Non ho mai avuto relazioni con le pornostar dei miei film. Sarò esagerato, ma sul mio set non girano stupefacenti o alcool. Attori rissosi e igienicamente non a posto filano subito a casa. Nel 99% dei casi c’è molta collaborazione. Chiunque sa cos’è una produzione Salieri.
Ai tempi del gonzo movie lei ha ancora le maestranze…
Per i film con un piccolo medio budget lavorano a tempo pieno cinque tecnici, ma per i titoli high budget ne utilizzo una quindicina. Più il cast artistico per le scene hard”.
Se una ragazza volesse iniziare la carriera di pornostar che consigli le darebbe?
Di non farlo assolutamente.
Prego?
E’ un lavoro pericoloso, nonostante ci sia un controllo sanitario capillare. A Budapest c’è un centro medico che in 24 ore elabora risultati degli esami per la gonorrea, sifilide ed epatite C. Sono obbligatori. Nonostante ciò c’è un periodo ombra di latenza dei virus che può ingannare. Recentemente molti attori statunitensi hanno mistificato i dati di questi esami.
Niente vita da pornostar per paura delle malattie veneree, quindi…
Non solo. Quando si ha 20 anni si vive la propria giovinezza senza problemi. Ma quando si arriva a 35-40 spesso si vuole iniziare una nuova vita, avere dei bambini. Lo sa che molte mie ex attrici che hanno cambiato vita mi chiedono di togliere il loro vero nome dai credits? E poi c’è anche una motivazione economica.
A fare le pornostar non si arriva a fine mese…
Quando c’era un mercato forte, se ci si inventava e si promuoveva una bomba sexy l’attrice guadagnava un sacco di soldi. Oggi una ragazza affermata prende cifre importanti ma non particolarmente allettanti. Prenda il caso di LegalPorno, un pool di attori famosi europei. Fanno scene forti, ma permettono di guadagnare quindici ventimila euro al mese a chi le fa. Il problema è che ad esempio gli uomini devono ricorrere a siringarsi il pene perché hanno una, due, tre scene pesanti ogni giorno. In questo caso guadagni ma è un lavoro molto usurante. In definitiva a chi vuole diventare pornostar suggerisco: meglio fare la escort.
Però per continuare a fare porno lei si è trasferito da dieci anni in Ungheria…
Intanto sgombriamo il campo da ogni equivoco: l’Ungheria non è un paradiso fiscale. Il motivo per cui mi sono trasferito qui è che oramai tutti gli attori più importanti in Europa anche i francesi hanno residenza ungherese. Questo significa, ad esempio, abbattere i costi di produzione per convocare gli attori. E poi mi lasci dire che in Italia dove ho lavorato per molto tempo era diventato complicatissimo trovare location. Non passava giorno che polizia, carabinieri o finanza ti venissero a fare una visitina sul set. Pensi che qui a Budapest se qualcuno disturba il set è la polizia ad intervenire per allontanare i malintenzionati. Un altro mondo.
Il caso della chiesa usata come vero set del suo Il Confessionale (1998) finì sulla stampa di mezzo mondo..
Era una chiesa aperta notte e giorno ai fedeli senza custodia che si trovava nella località abruzzese di Gioia Vecchia. La affittammo firmando un regolare contratto con il parroco della zona. Poi una volta uscito il film uno spettatore riconobbe il luogo e denunciò l’accaduto. Il film venne sequestrato, ma subito mostrammo il regolare contratto di locazione e la questione si chiuse, dandoci comunque grande pubblicità mediatica. A quel punto però il vescovo sconsacrò l’edificio e annullò tutte le cerimonie religiose (funerali, battesimi, matrimoni) che si erano tenuti lì dentro dopo la realizzazione del film. Posso solo dire che ricordo di aver scoperto il parroco nascosto dietro qualche colonna che si masturbava mentre giravamo…
Se si fa pornografia dall’Italia paese cattolico si fugge..
Siamo un paese a forte impronta cattolica e ne risente la rappresentazione della sessualità nell’arte. Però ricordo che già dagli anni settanta questa impostazione culturale era in crisi. Hanno avuto bisogno di papa Francesco per un messaggio ‘più umano’.
Dall’Ungheria come vede il nostro paese oggi?
Poteri forti e corruzione diffusa si sono mangiati l’Italia. La classe politica è tra le peggiori al mondo perché non capisce nulla. Gli italiani perbene che lavorano e arrancano sono le uniche vittime di questo sistema. Come padre di tre figli spero sempre che loro trovino la loro strada all’estero.
Neanche un pizzico di nostalgia?
Ma certo dell’Italia mi mancano mille cose. Ci torno spesso, ma solo per andarci in vacanza. Nel 2007 era diventato insostenibile rimanere. Dieci anni dopo siamo da capo. Per il mio ultimo film La Ciociara una senatrice del Pd mi ha accusato di aver riproposto degli stupri in un porno, ma non avendo visto il film non sa che non ho girato nessuna scena di stupro. Ma al di là del contenuto il fatto più incredibile, che segna l’arretratezza dell’Italia, è che per minacciarmi hanno chiesto il “sequestro della pellicola”. Ma vi rendete conto? Un prefetto viene chiamato in ballo per sequestrare dei negativi come negli anni settanta. Oggi le pellicole non esistono più, è tutto in digitale. Meglio aggiornarsi ai tempi che cambiano.

di Davide Turrini, Il Fatto Quotidiano

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