Fox inizia l’era Disney in rosso

Fox inizia l’era Disney in rosso

Quando Disney, il 21 marzo 2019, ha finalizzato l’acquisto di Fox networks group Italy srl, è partita una scossa di terremoto che ancora provoca effetti. Ed è con questa lente di ingrandimento che vanno letti i conti chiusi al 30 giugno 2019 del gruppo televisivo che in Italia controlla i canali Fox, Fox Life, Fox Crime e i brand National Geographic, distribuiti sulla piattaforma Sky.

Fox Networks group Italy nell’esercizio 2019 ha ricavi che si fermano a quota 126,5 milioni di euro, in netto calo del 24,6% rispetto al 2018. Come mai? Beh, c’è la chiusura di Fox Sports a luglio 2018, che quindi grava su tutto l’esercizio luglio 2018-giugno 2019 con mancati introiti rispetto all’esercizio precedente; c’è un calo importante della raccolta pubblicitaria, che scende a 24,1 milioni di euro (-26%); inizia la rinegoziazione del contratto di distribuzione dei canali Fox su Sky, con ricavi da vendita dei canali tv che crollano a 73,3 milioni di euro, giù del 33,17% rispetto all’esercizio 2018.

A fronte di entrate ridotte, i costi di Fox, invece, aumentano: dai 150 milioni di euro 2018 ai 158 milioni del 2019. Questo perché i vertici di Fox Italia, guidati dall’amministratore delegato Kathryn Fink, preferiscono prudenzialmente fare accantonamenti per rischi pari a 34 milioni di euro (erano appena 2,2 milioni nell’esercizio 2018). Di questi 34 milioni accantonati, ci sono 14 milioni di euro per finanziare le prossime fuoriuscite di personale, 11,6 milioni di euro per una probabile futura svalutazione diritti tv post acquisizione di Disney, 4,1 milioni di euro per finanziare il trasferimento di tutta Fox da Roma a Milano nel corso del 2020 (il trasloco ci sarà dal prossimo 31 agosto), e altri quattro milioni per un contenzioso da chiudere con l’Agenzia delle entrate.

Per tutti questi motivi, il gruppo Fox termina l’esercizio 2019 con una perdita molto grande: un rosso di 26,8 milioni di euro, rispetto ai 13 milioni di utili del 2018.

Al 30 giugno 2019 in Fox lavoravano 15 dirigenti, 19 quadri e 120 impiegati, per un totale di 154 persone (12 in meno rispetto al 2018, con un calo dovuto alla chiusura di Fox Sports). Disney, tuttavia, a seguito di un accordo firmato il 1° ottobre 2019 con le rappresentanze sindacali, ha già individuato altri 36 esuberi. Ai quali, probabilmente, si sommeranno ulteriori dipendenti che non avranno voglia di traslocare a Milano e che accetteranno scivoli e incentivi. Sotto la Madonnina, insomma, nella sede di Disney non dovrebbero arrivare più di 100 unità della controllata Fox.

Da definire, poi, il rapporto tra Fox e il gruppo Sky. Finché i due broadcaster erano di proprietà dello stesso azionista di riferimento (Rupert Murdoch) tutto filava liscio. Ora le cose sono molto cambiate: al 30 giugno 2019 è scaduto il contratto di distribuzione dei canali Fox su Sky e il contratto per la raccolta pubblicitaria a cura di Sky Media. Questi due contratti sono stati prorogati prima fino al 30 settembre 2019, poi fino al 31 marzo 2020, con la richiesta, però, fatta da Sky, di chiudere i canali Fox Animation, Fox Comedy e NatGeo People (spenti il 1° ottobre 2019), e di «rimodulare il pricing dei restanti canali». In pratica, a Fox arriveranno sempre meno soldi da Sky. Ed è la stessa Fox a mettere nero su bianco il cambio di rotta, quando spiega nel documento di bilancio 2019, approvato a fine dicembre 2019, che «verrà diversificato lo sfruttamento dei canali Fox con nuovi accordi commerciali che saranno formalizzati con altri operatori, dato che gli attuali accordi con Sky non prevedono più l’esclusività».

Perciò i canali Fox potrebbero essere distribuiti, a breve, pure su altre piattaforme. E la raccolta pubblicitaria potrebbe non essere più a cura di Sky Media: nelle scorse settimane si parlava di fitte trattative con Publitalia di Mediaset.

Claudio Plazzotta, ItaliaOggi

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