In concorso per il Cile il film di Sebastián Lelio
Quando si è abituati a combattere per la propria libertà e identità sessuale, non si perde certo l’abitudine a farlo ancora come capita appunto a Marina (Daniela Vega), protagonista di ‘Una mujer fantastica‘ di Sebastian Lelio , in concorso oggi per il Cile in questa 67/ma edizione del Festival di Berlino.
Marina è soltanto una giovane cameriera, e aspirante cantante, innamorata di Orlando (Francisco Reyes), 20 anni più grande e che ha lasciato la famiglia per lei.
Una brutta sera, dopo aver festeggiato il compleanno della donna, Orlando ha un improvviso malore e Marina lo porta immediatamente al pronto soccorso. Ma non c’è niente da fare, dopo poco l’uomo muore e Marina viene subito vista con sospetto dai medici e dalla famiglia di Orlando, che avviano delle indagini su di lei per vedere se è coinvolta nella morte dell’uomo.
Il fatto è che Marina è una donna trans e per la maggior parte della famiglia di Orlando, la sua identità sessuale è una vera e propria aberrazione, una perversione, e per questo viene ostacolata in ogni modo. Gli viene vietato di partecipare al funerale e rischia di essere cacciata dall’appartamento che divideva con Orlando e, soprattutto, le vogliono togliere il loro amato cane.
Ma Marina, che nella prima parte del film è anche troppo femminile, a questo punto lotta come un guerriero per il diritto di essere se stessa. Ci ha messo tutta una vita per diventare la donna che è oggi e certo non ci vuole rinunciare adesso.
Il film, una produzione Cile / USA / Germania / Spagna pieno di forza e delicatezza, non può che ricordare un altro film del regista nato a Mendoza, Argentina, nel 1974, ovvero ‘Gloria’ portato dal regista solo quattro anni fa alla Berlinale dove ottenne il premio alla miglior attrice andato a Paulina García.
“Forse – spiega Sebastián Lelio – perché anche qui c’è l’esaltazione di un personaggio femminile poderoso. Forse perché entrambi i film cercano di far percepire al pubblico degli argomenti scottanti. Però questo nuovo film è, a modo suo, un altro pianeta, un’altra avventura. Un territorio cinematografico completamente distinto, mille miglia lontano dall’impressionismo agrodolce di Gloria”.
ANSA