Continua la querelle che lega Giancarlo Magalli e Heather Parisi: i due, dopo il botta e risposta degli scorsi giorni, concluderanno la vicenda in tribunale.
“La Parisi non si ricorda di me? Mi dispiace. L’alzheimer è una brutta bestia”, disse Magalli per replicare al “Magalli chi?” pronunciato dalla Parisi.
“Non vedo altra spiegazione, visto che ha lavorato un anno con me a ‘Ciao Week End‘, visto che la scelsi nonostante le molte telefonate di quelli che avevano già lavorato con lei che me lo sconsigliavano e visto che sono stato l’ultimo a farla lavorare prima che scappasse ad Hong Kong al seguito del marito latitante”, ha poi aggiunto il conduttore Rai.
Ci ha pensato Piero Frattarelli, il legale di Heather Parisi e del marito Umberto Maria Anzolin a fare ordine nella vicenda, inviando una nota al sito Dagospia che aveva pubblicato l’intervento di Giancarlo Magalli: “Voglio, innanzitutto, evidenziare come il coinvolgimento del mio assistito sia stato del tutto gratuito ed estraneo all’oggetto dello scambio, anche polemico, tra il Magalli e la Parisi – si legge nella nota dell’avvocato Frattarelli -. Pertanto, senza la benché minima provocazione da parte del Sig. Anzolin, il Magalli ne ha offeso la reputazione e l’onore rivolgendogli il grave epiteto di “latitante”. Né può esservi dubbio sul fatto che l’appellativo latitante abbia un contenuto altamente offensivo e gravemente ingiurioso. Infatti, il suo significato letterale si ricava agevolmente dalla disposizione dell’art. 296 del codice di procedura penale, in forza del quale: “È latitante chi volontariamente si sottrae alla custodia cautelare, agli arresti domiciliari, al divieto di espatrio, all’obbligo di dimora o a un ordine con cui si dispone la carcerazione”.
Ma anche nel comune sentire, ovvero tra le persone che non hanno una specifica conoscenza tecnica, tale termine individua in modo univoco le persone che si nascondono dalle ricerche, eseguite da parte delle forze dell’ordine, allo scopo di sottrarsi all’arresto. È necessario evidenziare che MAI il mio assistito è stato oggetto di mandati di arresto, spiccati dall’Autorità Giudiziaria, o soggetto ad obbligo di dimora, o a qualsiasi altra limitazione, disposta dall’Autorità Giudiziaria, alla propria libertà personale. Pertanto, la dichiarazione, da Voi pubblicata, resa dal predetto presentatore integra, in modo evidente, una gratuita e grave offesa nei confronti del Sig. Anzolin, colpevole solo di essere il marito della Parisi.
In conseguenza di quanto sopra, lo stesso mi ha conferito incarico di dar corso alle vie legali, quindi ho già scritto una querela per il reato di diffamazione, nei confronti del Sig. Magalli, che sarà presentata all’Autorità Giudiziaria al fine di avere giustizia in merito alla predetta espressione ingiuriosa, che è totalmente inveritiera e assolutamente destituita di ogni fondamento. Con la presente chiedo che sia data comunicazione di quanto sopra al fine di limitare il danno di immagine, causato dalla diffamazione posta in essere dal Magalli. Auspico, inoltre che, lo stesso provveda a ritrattare la sua offesa, riducendo in tal modo il danno provocato.
Distinti saluti, Avv. Piero Frattarelli”.
il Mattino