«Arrivarono improvvisamente, ci presero, io non volevo andare, ma uno di essi mi dette un pugno e mi gettò a terra, mi rialzai, ma lui mi dette un altro pugno». Così ricorda Cesira Pardini, una delle poche sopravvissute alla strage di Sant’Anna di Stazzema, quel 12 agosto di ottanta anni fa. Una pagina di storia ripercorsa dallo speciale Rai Cultura “Sant’Anna di Stazzema. La memoria dopo l’oblio” di Riccardo Sansone con la regia Agostino Pozzi in onda in prima visione lunedì 12 agosto alle 21.10 su Rai Storia a 80 anni dall’eccidio.
Nell’estate del 1944, nell’ambito delle operazioni di costruzione della Linea Verde, le forze di occupazione nazifasciste vedono le colline sopra Pietrasanta in Versilia come luoghi infestati dalle forze partigiane, piccole comunità ostili che foraggiano e proteggono la Resistenza locale. Senza prove tangibili di questa connivenza, il piccolo paese di Sant’Anna che dal 1943 ospita anche moltissimi sfollati, diventa presto oggetto delle violenze spropositate degli occupanti e luogo di martirio per centinaia di civili inermi. Nonostante ricerche approfondite, ancora oggi è difficile stimare con esattezza il numero effettivo delle vittime che per le memorie locali si attesterebbe intorno alle 560 persone.
Il 12 agosto 1944 verrà così ricordato come il giorno dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, uno dei più efferati crimini di guerra compiuti dai reparti della 16. SS Panzer-Grenedier-Division “Reichsführer-SS” in Italia. A ottant’anni dall’eccidio, lo speciale, con Charlotte Marincola, ripercorre i fatti di Sant’Anna di Stazzema attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, il commento storico di Isabella Insolvibile, il racconto della vicenda giudiziaria del Procuratore Generale Militare presso la Corte Militare d’Appello di Roma Marco De Paolis e la narrazione sulla politica della memoria dell’antropologa Caterina Di Pasquale.