In un mondo in cui sono “Tutti Contro Tutti“, la speranza degli Stadio è quella che alla fine vince la coerenza e l’educazione. Come racconta a Tgcom24 Gaetano Curreri presentando il nuovo singolo che vanta una “incursione” dell’amico di sempre Vasco Rossi: “In sala di registrazione stava ascoltando il brano ed è entrato intonando il ritornello, ‘Non c’è più vergogna, hai le spalle al muro. Non vince il più bravo ma il più furbo di sicuro’…”.
Come nasce “Tutti contro Tutti”?
Da una mia idea e di Saverio Grandi. Quando sono andato in studio a registrarlo ho chiesto a Vasco di venire a sentirlo, lo uso spesso da questo punto di vista. Con lo stesso significato ha la capacità di trovare almeno due o tre parole che si adattano meglio alla situazione che stai cantando. Quindi ha cominciato a darmi dei consigli, poi sul ritornello, si è alzato ed è venuto verso di me. E ha intonato ‘Non c’è più vergogna.. hai le spalle al muro’… E’ stata una vera incursione con l’idea di giocare con un amico.
Perché tutti contro tutti?
Perché siamo così, nella società, nella politica. Spesso siamo contro noi stessi, il nostro passato, la nostra memoria. All’improvviso siamo qualcosa d’altro perché abbiamo paura di quello che sta arrivando ci verrà a insediare. E’ una situazione davvero confusa. Magri contro grassi, alti contro bassi. Quello che è diverso da te è contro di te. Se ci guardiamo allo specchio non ci riconosciamo più.
Come quando nel video compare Vasco…
Esatto, che sembra il colonnello Apocalypse Now.. L’unica cosa che bisogna fare è una rivoluzione o almeno tornare alla buona educazione. Che ci aiuterebbe…
Ma vince sempre il più furbo?
No, c’è una grande speranza. Ed il fatto che la canti Vasco, che è di una coerenza spietata la dice lunga. E’ sempre stato coerente con quello che rappresenta senza nascondersi dietro un dito. Quella frase è lui… E’ un invito a difendersi dal malcostume, in cui vince l’amico dell’amico, il figlio di…
Però ci sono anche le eccezioni, gli Stadio che vincono Sanremo…
Perché coerentemente abbiamo portato avanti la nostra musica. E poi il brano era davvero bello. E’ stata premiata la qualità. Nella canzone c’è della vita vissuta. C’è un padre che cerca di parlare con la figlia…
La percezione degli Stadio è cambiata dopo Sanremo?
Quelli che ci conoscevano hanno detto ‘finalmente!’… Quelli che non ci conoscevano hanno cominciato ad apprezzarci. Ci sono persone che mi ringraziano. Il mio vicino di posto alle partite basket che non mi ha mai rivolto la parola mi ha ringraziato perché dopo quella canzone ha cominciato a parlare con sua figlia…
I nuovi gruppi come ti sembrano?
Riccardo dei Dear Jack è venuto a suonare con noi. Sono un appassionato dei ragazzi. Dai Negramaro in poi, quando li ho sentiti per la prima volta a Sanremo sono impazzito per loro. I Dear jack sono bravissimi, quello che è successo a Sanremo me li ha fatti sentire vicini al cuore, esclusi e con il cantante che se ne è andato. Anche i Modà mi piacciono molto. Nei gruppi c’è una vitalità che sta rinascendo, per molti anni i gruppi sono rimasti ai margini. E ora stanno ritornando prepotentemente. Guarda anche i Kolors…
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