Il trio, che lo scorso anno ha annunciato di volersi prendere una pausa, è pronto a riunirsi. Il 17 giugno, in Puglia, partiranno le riprese di una nuova commedia, diretta da Massimo Venier e scritta (anche) dai comici. «Siete contenti?», hanno chiesto ai fan via Facebook
Avevano detto che avrebbero preso strade diverse, per dedicarsi ciascuno ai propri progetti. Poi, sarebbero tornati, perché nessun litigio, nessun’acredine era da considerarsi responsabile dello scioglimento. Aldo, Giovanni e Giacomo, dopo tanti anni a pensar per tre, volevano, semplicemente, dare spazio agli interessi individuali di ciascuno. Cosa, questa, che ha preso il tempo di un anno, visto che i comici hanno annunciato via Facebook il ritorno al cinema del trio.
«Quando un nuovo film? Quando un nuovo film tutti e tre insieme? Quando un nuovo film tutti e tre insieme con Massimo Venier?». Le domande le hanno scritto di loro pugno sul profilo Facebook del trio, ad imitare le richieste incessanti dei fan. Poi, hanno scritto la propria risposta. «Il 17 giugno iniziamo le riprese del nostro nuovo film Odio l’estate, regia di Massimo Venier, come ai vecchi tempi. Contenti?! Stay tuned», hanno compulsato online i tre, confermando così di essere pronti a tornare alla formazione originale diretti dall’uomo che si è occupato dei loro film più belli.
Odio l’estate, alla cui sceneggiatura hanno contribuito anche i comici, racconta l’incontro forzato di tre perfetti sconosciuti, uomini diversi, con famiglie diverse. C’è un signor Precisetti, che parte alla volta della Puglia con a carico la moglie e l’ansia di un’azienda sull’orlo del fallimento. C’è un medico di successo, il cui figlio è preda delle mattane tipiche della preadolescenza, e c’è un nullafacente con un cane di nome Brian e la passione, sfrenata, per il bel canto di Massimo Ranieri. I tre, presumibilmente interpretati, in ordine, da Giacomo Poretti, Giovanni Storti e Aldo Baglio, si ritrovano a vivere una vacanza gomito a gomito, superando pian piano (e senza dimenticare il fattore comico) le proprie differenze.
Claudia Casiraghi, Vanity Fair