Tre avvocate divorziste e una futura sposa per quattro prima serate tutte al femminile
Aprire la porta dello “Studio Battaglia” significa rendersi conto che un nome può indicare una predisposizione. Alla battaglia, appunto. Il cuore del racconto del legal dramedy, che movimenterà 4 prime serate di Rai 1 a partire da martedì 15 marzo, è costituito dalle donne Battaglia: tre avvocate divorziste e una futura sposa.
Una madre e tre figlie, ognuna coi propri sogni e turbamenti, unite da un amore profondissimo e da un’invincibile ironia che le ha sempre salvate, ogni volta che tutto sembrava crollare, come quando venticinque anni prima il padre Giorgio se n’era andato.
“Studio Battaglia” – scritto da Lisa Nur Sultan, adattamento italiano della serie britannica “The Split”, una produzione Palomar con Tempesta in collaborazione con Rai Fiction – osserva le dinamiche familiari e le relazioni sentimentali attraverso il più disincantato dei punti di vista: lo studio dell’avvocato divorzista. Anzi, delle avvocate, perché qui ce ne sono tante e sono le migliori di Milano. A partire da Anna Battaglia, che incontriamo nel momento in cui lascia il prestigioso Studio Battaglia – fondato e gestito dalla madre Marina – in cui lavora anche la sorella Nina. Anna ha accettato un nuovo incarico nello Studio Zander, dove ritrova un vecchio flirt dei tempi dell’Università, Massimo. Al tempo preferì Alberto, che ha sposato, ma sembra arrivata l’ora di chiedersi se sia stata la scelta giusta e se a un certo punto della vita sia meglio avere rimorsi o rimpianti.
Oltre a questo triangolo, il cuore del racconto sono le donne Battaglia che troviamo alle prese con diverse fasi della loro vita e, anche, con il ritorno di Giorgio, il marito e padre che abbandonò tutte loro per inseguire un nuovo amore.
Il racconto intreccia, con un linguaggio e un’estetica contemporanei, un lungo caso orizzontale (la separazione dei Parmegiani) a numerosi casi di puntata dai risvolti inediti riguardo gli aspetti più attuali del diritto di famiglia: unioni civili, accordi di riservatezza, tutela dell’immagine, famiglie omogenitoriali, congelamento degli embrioni, uso dei social media, diffamazione, eredità digitale, insomma tutto l’universo in costante espansione dei rapporti coi nuovi media.