Ieri la pioggia di dati sull’audience online dopo quella degli ascolti televisivi: anche per RaiPlay, il servizio in streaming della Rai, Sanremo 2020 è andato bene. Numeri non confrontabili con quelli delle grandi platee televisive, ma bisogna fare i conti con i mezzi e i pubblici diversi e con un servizio partito in questa forma solo da qualche mese. La serata finale ha segnato online 1,1 milioni di visualizzazioni con 129 mila dispositivi collegati nel minuto medio, un dato che si comprende di più se si confronta con il record precedente detenuto dalla partita Napoli-Juventus di campionato che aveva ottenuto una media di 107 mila device su una durata di trasmissione molto più limitata. Certo il servizio s’ha ancora da fare: a oggi YouTube con le clip di RaiPlay fa sette volte le visualizzazioni di quest’ultimo e in generale quello della Rai è ancora lontano dai servizi in streaming internazionali (manca il catalogo on demand a lungo termine per esempio). Ma anche su questo, spiega la responsabile Digital del servizio pubblico, Elena Capparelli, si sta lavorando.
Domanda. Il dopo Festival solo online è stata il secondo azzardo dopo Viva RaiPlay di Fiorello. Com’è andata?
Risposta. Abbiamo vissuto giornate di grande passione: RaiPlay ha avuto un ruolo su più fronti: contenuti extra, circa 350 clip con i momenti più belli dalla diretta e poi L’AltroFestival con Nicola Savino, un contenuto originale andato in onda in orari incredibili in un clima di totale divertimento e passione.
D. Un’atmosfera alla Indietro tutta dei giorni nostri, senza essere blasfemi?
R. Arbore, il maestro, ci è venuto in mente con grande orgoglio vedendo il risultato. Avevamo il desiderio di fare una cosa nuova per il pubblico digitale. La puntata di sabato è partita un po’ prima della fine di Sanremo ed è dopo le 4, due ora di grande divertimento: Diodato che ha cantato Battisti, Eugenio in via di Gioia con Il cielo è sempre più blu, poi Tosca, Gabbani, Bugo. Un modo diverso per coprire il Festival e grazie a L’AltroFestival RaiPlay è risultato essere il settimo canale più visto con 230 mila ore di visione (Rai1 il primo con 3 milioni di ore, ndr). In totale abbiamo raggiunto 7,5 milioni di ore di visione, dei quali 4 milioni per i contenuti in diretta e 3,5 milioni per quelli on demand.
D. Dall’inizio del Festival, a questo lunedì avete totalizzato oltre 126 milioni di visualizzazioni on demand: 110 milioni sul vostro canale su YouTube e appena 16,3 milioni direttamente su RaiPlay. Non sarebbe meglio tenere per voi tutti i contenuti?
R. Il canale YouTube fu messo in piedi in anni in cui la Rai non faceva operazioni su digitale o ne faceva poche. Ma io penso che l’obiettivo dell’accordo di allora con Google sia rimasto anche oggi. Certo, dobbiamo avere coraggio farci strada indipendentemente da YouTube ma anche in sinergia. C’è un pubblico che si trova lì, una platea di giovanissimi che utilizza YouTube come fonte principale e che se non ci fossimo si dimenticherebbe di noi. I contenuti Rai devono essere laddove si trova la domanda del pubblico anche se non mettiamo tutto su YouTube. Poi, sicuro: dobbiamo posizionare RaiPlay creando con l’offerta anche nuova domanda, vogliamo diventare il punto di riferimento delle persone che la sera non accendono la tv, essere una delle scelte fra Netflix e Amazon. Quando saremo arrivati lì faremo le altre valutazioni.
D. Però di fatto i numeri di visione di YouTube restano separati da quelli di RaiPlay.
R. È vero, ma con Auditel c’è un nuovo cammino che stiamo facendo tutti. La nostra mission è chiara: massimizzare i risultati e avere una strategia molto forte sul digitale e tutta l’azienda deve andare verso un unico obiettivo. Vogliamo aprire allo sport su RaiPlay, e persino alla radio: avremo i concerti di Radio2 con una regia esclusiva.
D. Per questo servono anche nuovi investimenti. La Rai ha un grande catalogo di cui però non ha i diriti per lo streaming…
R. Siamo servizio pubblico e dobbiamo gestire bene le nostre risorse, detto questo l’obiettivo è che qualsiasi cosa vada in onda sia anche on demand per finestre molto lunghe. Stiamo preparando tante operazioni con Rai Fiction che ci permetteranno di avere tutti i diritti. Certo, quando ci sono coproduzioni dobbiamo scendere a patti col mercato. Ma avremo molte esclusive anche fra i film. Dal 28 febbraio avremo Il sindaco del rione Sanità e sarà solo il primo. Dobbiamo farci scoprire sul cinema, perché abbiamo un bel catalogo.
D. Quando tornerà Fiorello?
R. Fiorello è il mio sogno, spero presto, stiamo definendo.
D. Siete riusciti ad avere il vostro tasto sul telecomando dei tv di Hisense. Seguiranno altri accordi?
R. Vogliamo essere dappertutto: più noi siamo accessibili più interpretiamo il ruolo di servizio pubblico. Il telecomando certo è la cosa più facile per raggiungerci, ma prima ancora vogliamo essere su tutti gli store delle smart tv, per questo stiamo dialogando con tutti i marchi, perché RaiPlay deve essere disponibile a tutti in maniera facile.
Andrea Secchi, ItaliaOggi