I migliori film di gennaio dedicati ai personaggi famosi: Ennio Morricone, Céline Dion, Federica Pellegrini e le sorelle Williams

I migliori film di gennaio dedicati ai personaggi famosi: Ennio Morricone, Céline Dion, Federica Pellegrini e le sorelle Williams

Tra musica e sport, arrivano al cinema 4 indimenticabili biopic. Trame e data d’uscita a gennaio

Raccontati in forma di documentario o di finzione (e, nel caso dei docufilm, queste due forme si ibridano), quando sul grande schermo scorrono le immagini di grandi personalità – che non ci sono più o che sono ancora viventi – la potenza della storia raccontata è massima e non necessita di nessun artificio narrativo. Sono le traiettorie di vita e soprattutto le carriere di queste persone ad essere già straordinarie. Tanto determinate quanto fragili, sono persone comuni – “umane”, e quindi dotate, come tutti, di pregi e difetti, tutt’altro che infallibili – che hanno saputo trasformare il proprio talento in una professione. E per raggiungere questo traguardo hanno messo tutto il loro cuore: allenandosi, esercitandosi, affinando sempre più la tecnica per ottenere risultati grandiosi capaci di far innamorare il mondo intero

Stiamo parlando di uomini e donne che grazie alla loro arte e alla loro capacità, sono diventati fonti d’ispirazione e modelli (da seguire e magari un giorno eguagliare) e che, grazie alla loro anima (perché al mondo intero si sono “svelati”), sono diventati leggende. Questo è ciò che sono Federica Pellegrini nel nuoto, Céline Dion nel canto e il grande maestro Ennio Morricone nella musica. E leggende, questa volta nel tennis, lo sono diventare anche le sorelle Williams, Serena e Venus. Non solo grazie alla loro bravura, ma soprattutto per la visione che su di loro ha avuto il loro papà, Richard Williams.

Federica Pellegrini Underwater – 10/12 gennaio

Stella sportiva a livello mondiale, Federica Pellegrini è stata la prima campionessa olimpionica italiana del nuoto a conquistare una medaglia d’Oro (alle Olimpiadi di Pechino 2008) in quella che è diventata la “Sua” specialità, ovvero i 200 metri stile libero. Ma la sua storia gloriosa – dal 10 al 12 gennaio nelle sale con il documentario Federica Pellegrini Underwater – era cominciata già quattro anni prima quando nella sua prima Olimpiade, Atene 2004, vinse l’Argento nella stessa categoria (a soli 16 anni e 12 giorni, Federica si rivelò la più giovane atleta azzurra a salire su un podio olimpico individuale). Nella sua straordinaria carriera, la Pellegrini, ovvero la “Divina”, ha vinto 53 medaglie internazionali, delle quali 6 Ori ai Mondiali e 7 agli Europei. Ma impressionanti, oltre a quelli già citati, sono i suoi record: con l’ultima Olimpiade Tokyo 2020 (svoltasi nel 2021 per via della pandemia) – che ha rappresentato il suo passo d’addio – è infatti diventata la prima donna nella storia del nuoto ad essersi qualificata per la quinta finale olimpica consecutiva nella “Sua” sfida di sempre. Ed è proprio in quei 200 metri stile libero che ancora oggi resiste il suo primato mondiale (1’52”98), ottenuto ai campionati mondiali di Roma 2009.

Il documentario, diretto da Sara Ristori, ripercorre la storia della nuotatrice partendo da lontano, dalla sua infanzia. Federica era una ragazzina timida e introversa, ma fortemente determinata e caparbia, sempre supportata dalla famiglia. Intrecciando immagini del passato (tra materiale di repertorio e inediti filmati privati) e del presente, Underwater è un ritratto intimo che mostra anche le fragilità di un’atleta che, tra allenamenti massacranti, crisi fisiche e psicologiche, riscatti e rivincite, gioie domestiche e ricordi dolorosi (come la morte del suo allenatore Alberto Castagnetti e la bulimia attraversata durante l’adolescenza) è diventata non solo un’icona sportiva ma anche un esempio di ragazza moderna contemporanea dotata di un “Suo” stile, libero, anche fuori dalla vasca.

Una famiglia vincente – King Richard – 13 gennaio

Se Serena e Venus Williams sono diventate due leggende del tennis gran parte del merito va a Richard Williams, il loro papà. È di lui che parla Una famiglia vincente – King Richard, il film diretto da Reinaldo Marcus Green che da giovedì 13 gennaio sarà nei nostri cinema con. Uomo visionario e padre imperterrito, Richard non ci mise molto a capire che il talento delle sue figlie – nel film interpretate dalle giovani Saniyya Sidney (Venus) e Demi Singleton (Serena) – andava valorizzato il più possibile. Spinto da una chiara visione del loro futuro, e utilizzando metodi non convenzionali, Richard ha messo in atto un piano capace di portare le due sorelle dalle strade di Compton, in California, al palcoscenico mondiale. Nei panni del protagonista vedremo un grande Will Smith (che probabilmente per questa interpretazione avrà una nomination ai prossimi Oscar da protagonista) che ha anche prodotto il film: “questo non è un film sul tennis – ha dichiarato l’attore – è un film su una famiglia, sulla fede, sull’amore e sul trionfo”. Quello raccontato, per l’attore, è “un sogno impossibile: ci sono cose che facciamo solo se ci sembrano possibili, se crediamo di potercela fare. La storia di Richard e di questa famiglia è in gran parte il sogno americano. Ci sono pochissimi paesi sulla terra in cui Venus e Serena avrebbero potuto sfondare. Fondamentalmente, il film evidenzia il desiderio di voler superare noi stessi, anche se a volte le circostanze potrebbero impedircelo; spetta quindi alla nostra forza d’animo sopraffarle”.

Aline – La voce dell’amore – 20 gennaio

Dallo sport al mondo dello spettacolo. Con la stessa potenza della visione di Richard Williams, anche il compianto imprenditore René Angélil vide lungo quando ascoltò per la prima volta la voce di colei che un giorno sarebbe diventata anche sua moglie: Céline Dion. La cantante, una delle voci femminili più belle di sempre, aveva solo 12 anni quando scrisse Ce n’était qu’un rêve (Non è stato altro che un sogno), la sua prima canzone (composta con l’aiuto di sua madre e di suo fratello Jacques). Un brano che cambiò la vita di René e di Céline e che ha ispirato Aline – La voce dell’amore, il biopic diretto ed interpretato da Valérie Lemercier ispirato alla vita della Dion, che (dopo l’anteprima Fuori Concorso al Festival di Cannes 2021 lo scorso novembre è uscito in Francia dove ha sbancato al box office) dal 20 gennaio sarà nelle nostre sale. 

L’attrice francese presta il volto (ma non la voce: quando canta è infatti doppiata dalla bravissima Victoria Sio, tra le celebri interpreti del musical Le Roi Soleil) alla cantante protagonista che nel film – non avendo la Dion autorizzato il biopic – si chiama Aline Dieu. Quando il produttore musicale Guy-Claude (che nella realtà sarebbe René Angélil) la sente cantare, si prefigge un solo scopo: trasformare Aline nella più grande cantante del mondo. A vestire i panni dell’uomo (scomparso nel 2016 dopo una malattia) è stato Sylvain Marcel (che la regista-attrice ha scelto da una ricerca su internet!).

Valérie Lemercier, che ha anche scritto la pellicola insieme a Brigitte Buc, ha iniziato a pensare di realizzare questo film nel 2016, dopo la morte di Angélil. Affiancata da un cast rigorosamente quebecchese, la Lemercier interpreta la Dion dalla prima infanzia fino a quando è ormai una cinquantenne. Artista fantastica e donna raffinata, Céline ha sempre ispirato Valérie: “volevo fare un film sul suo mondo – ha dichiarato – e qualsiasi cosa si veda di lei è sempre divertente, anche le cose tristi riesce a trasformarle in spettacolo, è estremamente affascinante: spero che Céline possa vedere il film e spero che le piacerà vedendo la cura che tutti abbiamo messo per valorizzare lei, la sua vitalità, la sua comicità”.

Ennio – 27 gennaio

È dal 6 luglio 2020 che il mondo piange la scomparsa di un Maestro di musica immortale, Ennio Morricone. Musicista infaticabile, il più popolare, amato e prolifico del XX secolo, Morricone nella sua carriera ha composto oltre 500 colonne sonore, tutte indimenticabili. È alla sua vita e alla sua arte (così intrecciate: ogni nota una sfumatura della sua anima) che è dedicato Ennio, il documentario che ce lo racconta attraverso una lunga intervista che Giuseppe Tornatore ha fatto al Maestro. 

I due erano grandi amici: “dai tempi di Nuovo Cinema Paradiso sino all’ultimo La corrispondenza abbiamo lavorato insieme 25 anni – ha raccontato il regista siciliano – ho strutturato il documentario come uno spettacolo che attraverso gli spezzoni dei film da lui musicati, le immagini di repertorio, i concerti”. La pellicola – arricchita dalle testimonianze di artisti e cineasti come Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino – è anche un’indagine volta a svelare ciò che di Morricone non conosciamo, come ad esempio la sua grande passione per gli scacchi, o come l’origine realistica di certe sue intuizioni musicali (fu un urlo del coyote che gli suggerì il tema de Il buono il brutto, il cattivo, mentre il battere ritmato delle mani su alcuni bidoni di latta da parte degli scioperanti in testa ad un corteo di protesta per le vie di Roma lo ispirò per la musica di Sostiene Pereira). Ogni aspetto del mondo lo ispirava: Ennio ha passato la vita a inseguire “quel suono”.

Vogue.it

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