INCONTRADA MAESTRA DEGLI “ASINI”, IN TV LA FINE DELLE CLASSI DIFFERENZIALI

INCONTRADA MAESTRA DEGLI “ASINI”, IN TV LA FINE DELLE CLASSI DIFFERENZIALI

In onda lunedì su RaiUno il film per la tv ‘La classe degli asini’ che racconta la battaglia di una madre insegnante. Nel cast anche Flavio Insinna

incontradaLa forza delle donne vince tutto. È grazie alla battaglia di una madre, e al suo coraggio, che nel 1977 furono abolite le cosiddette “classi speciali”. Mirella Antonione Casale, torinese, classe 1925, è un’insegnante a cui tutti dobbiamo molto. Mamma di Flavia, nata il 1° maggio 1957, che all’età di sei mesi in seguito all’influenza “asiatica” sviluppò un’encefalite virale, con gravi conseguenze cerebrali, capì che la figlia, per migliorare, doveva inserirsi a scuola come tutti. Da qui la sua battaglia, contro un ordinamento che relegava i ragazzi con handicap nelle classi differenziali. Alla sua figura è ispirato il film per la tv La classe degli asini di Andrea Porporati con Vanessa Incontrada e Flavio Insinna, che RaiUno manderà in onda lunedì14 novembre. Una fiction civile, presentata in anteprima alla presenza del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini presso l’Aula magna dell’istituto Leonarda Vaccari di Roma.
“Dobbiamo costruire una società capace di integrare e includere” ha detto il ministro “abbiamo bisogno di una scuola inclusiva e aperta per poter avere una società altrettanto inclusiva e aperta in grado di riconoscere le differenze”. Il film, prodotto da Matteo Levi e Raifiction, ripercorre le tappe della battaglia di Casale per il riconoscimento al diritto ai ragazzi disabili di frequentare insieme agli altri bambini la scuola dell’obbligo. Un percorso lungo e difficile che portò il Parlamento nel 1977 all’approvazione di una legge che cancellò definitivamente le aberranti “classi speciali”.
Vanessa Incontrada, per interpretare il ruolo, ha incontrato la professoressa Casale “Finché è una sceneggiatura inventata – racconta – il personaggio lo puoi costruire a piacimento, quando interpreti una donna come Mirella senti la responsabilità, mi ha dato in mano la sua vita, mi ha detto: “Vai e fammi conoscere, come donna e come mamma”. Sono sempre stata una grande lottatrice, conoscerla mi ha dato ancora più forza. Questo film non è biografico, ma tocca il tema dell’istruzione, è importante che la Rai non abbia perso l’opportunità di trattare questo argomento così delicato. Non bisogna dimenticare che tanta gente ha lottato. Bisogna sempre lottare, non fermarsi mai”. “Ognuno di noi – dice il regista Andrea Porporati – ha incontrato almeno una volta nella sua vita scolastica un insegnante speciale, capace di portare il vento della passione nelle grigie giornate passate sui banchi. Il personaggio di fantasia che impersona e dà un volto ai tanti, sconosciuti “Don Milani” di quegli anni nel film è il professor Felice Giuliano, interpretato da uno straordinario Flavio Insinna. È stato interessante raccontare questa storia anche dal punto di vista dei bambini. Quelli di Flavia, la figlia di Mirella, colpita da una encefalite e costretta a una grave disabilità psichica, e quelli di Riccardo Mancuso, ribelle e “disadattato”, scacciato dalla scuola normale e assegnato a un istituto “differenziale” da cui non può che scappare. Flavia e Riccardo uniscono le loro diversità, facendo scattare il miracolo di un’amicizia”. “Vanessa – continua Porporati – è stata una Mirella Antonione Casale forte e fragile, appassionata e coraggiosa. Proprio come la vera Mirella. Ha saputo restituire una donna piena di empatia, una di quei tanti eroi per caso che hanno saputo costruire qualcosa che resta per gli altri”. “Non mi ero mai proposto per un ruolo – racconta Insinna – Ma ho letto per caso il copione de La classe degli asini e mi ha commosso. È una storia pazzesca. Così, ho telefonato anche se il personaggio aveva 30 anni, non 50. Voglio vivere in un Paese gentile, che non lascia indietro nessuno. Stimo moltissimo il ministro Giannini, ma mi scrivono famiglie che lamentano che non ci sono insegnanti di sostegno. Non voglio fare polemiche, ma diamoci da fare”.

Repubblica

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