Benedict Cumberbatch voce narrante del documentario sulla più grande comunità buddhista europea
In occasione del Mindfulness Day, in un anno in cui si è imposta a livello globale la necessità di ripensare le proprie esistenze e riscoprire l’importanza di vivere in armonia con se stessi e con il pianeta, laF (Sky 135) propone sabato 12 settembre alle ore 22.10 il documentario “Walk with me – Il Potere della Mindfulness”: un viaggio – narrato dalla voce del candidato all’Oscar Benedict Cumberbatch – nel mondo del maestro Zen Thich Nhat Hanh, candidato da Martin Luther King al Premio Nobel per la Pace nel 1967.
I registi Marc Francis e Max Pugh raccontano per la prima volta la vita in un monastero Zen del XXI secolo, in cui alcuni occidentali di diversa provenienza hanno deciso di ricominciare a vivere impostando la propria vita su nuovi valori. Il film documentario è stato girato, nel corso di tre anni, al Plum Village, vicino a Bordeaux, dove si trova la più grande comunità buddhista europea con più di 200 monaci e monache residenti, nonché la prima comunità monastica fondata in Occidente dal Maestro Thich Nhat Hanh – monaco zen vietnamita, poeta e oggi una delle figure più rappresentative del Buddhismo nel mondo – con lo scopo di creare un ambiente in cui le persone potessero apprendere l’arte di vivere in armonia reciproca e con quello che ci circonda.
Attraverso il racconto della vita quotidiana dei monaci, il documentario restituisce anche l’opportunità di comprendere il concetto di Mindfulness, intesa come modalità di prestare attenzione, momento per momento, al fine di risolvere la sofferenza interiore e raggiungere una piena accettazione di sé attraverso emozioni, parole e l’abbandono dei propri beni materiali. Una delle pratiche in uso all’interno della comunità è legata al rintocco di una campana: qualsiasi attività si stia compiendo, essa viene sospesa per alcuni secondi, in modo da prendere coscienza dell’agire e non procedere meccanicamente o per inerzia. Così, il documentario porta lo spettatore a interrogarsi su quanto la propria vita, pur senza dover compiere scelte fondamentali, necessiti di qualche momento di riflessione.