“Uno show basato sulla finzione e non su fatti reali”. E’ questo il disclaimer che appare agli inizi degli episodi di Fauda, un messaggio che ricorda al telespettatore che il programma che sta per guardare è uno show televisivo di pura immaginazione. Eppure diventa subito facile per il telespettatore immedesimarsi nei protagonisti della serie tv e a domandarsi, di episodio in episodio, se in realtà Fauda non stia mostrando implicitamente qualche dettaglio reale sul conflitto israelo-palestinese. Perchè è proprio a questo eterno conflitto e alla vita in Medio Oriente che gli ideatori di Fauda hanno preso spunto per creare questo show attualmente disponibile su Netflix.
Già dal titolo della serie tv abbiamo qualche indizio su quel che ci aspetta guardandone gli episodi.
“Fauda” fu un termine utilizzato nella vita reale per identificare quello che stava accadendo nei territori palestinesi prima del 1987, ovvero quando ebbe inizio la Prima Intifada. Più specificamente fu il codice utilizzato per identificare lo status della copertura di una particolare unità militare israeliana che lavorava in quei territori. Volontari che formavano unità scelte di combattimento, uomini pronti a tutto (anche assumere una falsa identità araba) pur di infiltrarsi nel tessuto della vita quotidiana palestinese e fornire intelligence di prima mano al governo. Secondo alcune ricerche online, il termine “Fauda” (parola araba per dire “Caos”) si riferiva nello specifico al momento in cui la copertura di questa unità veniva compromessa e alle possibilità di sopravvivenza: abortire la missione e dileguarsi oppure portarla comunque a termine, costi quel che costi.
E’ proprio sulla base di queste attività sotto-copertura e di queste élite scelte che gli ideatori della serie tv hanno realizzato lo show israeliano Fauda attualmente live sul servizio di streaming Netflix.
Già cult in America e nel Medio Oriente, la serie tv vede protagonista Doron Kavillio (intepretato da Lior Raz), un comandante di una Mista’arvim, un’unità delle Forze di Difesa di Israele in cui membri sono stati addestrati per spacciarsi da arabi al fine di catturare rivoltosi palestinesi. Gli episodi seguono le vicissitudini di Doron e della sua squadra incaricata di catturare Abu-Akhmed detto La Pantera, un terrorista di Hamas responsabile di diversi attacchi terroristici nella zona.
Anche noi abbiamo guardato Fauda e dopo un attento e pazzo binge-watching (durato neanche 2 giorni) eccoci qui a elencarvi i cinque buoni motivi per i quali vi suggeriamo la visione.
DORON IS THE NEW JACK
Da fan di 24 non potevo non mettere questo punto come prima buona ragione per recuperare Fauda. Il protagonista principale Doron è, senza ombra di dubbio, il nuovo Jack Bauer o meglio il Jack israeliano.
Dal pilot della serie tv facciamo la conoscenza di Doron, un viticoltore con un passato pieno d’azione. L’uomo è infatti un ex comandante della Mista’arvim, un’unità che lavora sotto copertura in operazioni ad alto rischio che hanno luogo in località delicate come la Cisgiordania e Gaza. Proprio quando si rende conto che il suo matrimonio è in crisi, Doron decide di accettare l’incarico del suo ex capo e aiutare la sua ex unità nel catturare un terrorista di Hamas che Doron stesso pensava di aver già eliminato: Abu Ahmed, detto La Pantera. In realtà il terrorista è ancora vivo e ha finto la sua morte per poi nascondersi e continuare a dirigere atti terroristici da “dietro le quinte”.
E’ proprio uno degli ideatori della serie tv, Lior Raz, a prestare il volto a Doron e lo fa davvero in modo magistrale. Con coraggio e determinazione Lior si immedesima in Doron e di episodio in episodio trasmette ai telespettatori l’ansia, la decisione e la volontà dell’uomo di “chiudere il lavoro”, distruggere tutto e tutti pur di raggiungere il suo obiettivo: porre fine alla vita di Abu Ahmed e liberare il mondo da un terribile terrorista.
Chiaramente la missione non segue il piano sperato e Doron si troverà ben presto a dover scegliere, a un certo punto, se seguire gli ordini del capo o fare di testa propria, disobbedire e compiere azioni al limite del concesso per liberare alcuni ostaggi e catturare allo stesso tempo Abu Ahmed.
Il suo desiderio di salvare il mondo in un sol giorno (o quasi) avvicina molto Doron a Jack, così come la sua determinazione, il suo coraggio, la sua fedeltà ai compagni e al lavoro.
A mio avviso, il successo di Fauda è in buona parte non solo di Lior Raz come ideatore dello show, ma anche di Lior Raz come attore.
UN MULTILINGUA CHE INCANTA
Quando ho confessato agli amici di aver visto Fauda in lingua originale, devo esser sincera che ho ricevuto sguardi alquanto perplessi e straniti perchè vedere Fauda in lingua originale significa assistere a puntate recitate in tre lingue: inglese, arabo e ebraico.
Per chi come la sottoscritta e i suoi amici non parla una parola di arabo ed ebraico, questo multilingua può sicuramente spaventare e far temere lunghi momenti di noia.
Ebbene la noia è proprio l’ultima cosa da temere in Fauda. Se siete fan del genere drama, se le vicissitudini di unità sotto-copertura e guerre al terrorismo vi affascinano, Fauda in lingua originale è uno show che non dovete assolutamente perdere.
Più della metà dei personaggi sono palestinesi e le scene sono ambientate in territori palestinesi, dunque l’arabo è all’ordine del giorno. Così come l’ebraico per le parti legate ad Israele. Nonostante ciò e grazie ai sottotitoli, vedere queste scene non è affatto noioso, al contrario permette al telespettatore di immedesimarsi maggiormente nei personaggi e godere appieno della bravura recitativa del cast.
FILMATO REALMENTE IN ISRAELE
Oltre ad esser stata prodotta in arabo ed ebraico, Fauda è stata realizzata da un cast e una crew di origine israeliana e palestinese. Anche le riprese sono state effettuate nei territori israeliani, più precisamente a Kafr Qasim, una città araba araba situata a circa 20 km a est di Tel Aviv, vicino alla linea verde che separa Israele dalla Cisgiordania.
Anche le riprese fatte sul territorio in zone così delicate e non riprodotte in studio con tecnologie moderne è, a mio avviso, un plus perchè rendono Fauda ancor più credibile e veritiero.
VERIDICITA’ DELLO SHOW
E’ proprio la veridicità ad essere la terza buona ragione per vedere questo show. Non solo Fauda è stato filmato realmente in territori israeliani da cast e crew israeliana e palestinese ma è anche stata ideata e recitata da un uomo, Lior Raz, che ha lavorato per anni come soldato delle Forze Speciali israeliane.
E’ stato lo stesso Lior Raz a parlare recentemente del suo passato e di come questo suo lavoro gli abbia dato alcuni spunti e idee per realizzare Fauda.
Anche il co-ideatore della serie tv, Avi Issacharoff, è stato reporter di Haaretz proprio per i territori palestinesi e il conflitto israelo-palestinese. Dunque sapere che la serie tv è stata ideata da due uomini che hanno vissuto in prima persona e giornalmente questo conflitto è sicuramente un aspetto da non sottovalutare. Ed effettivamente lo show cerca di mostrare la situazione sotto tutti i punti di vista, senza mai semplificarne i dettagli e le angolature
Come anticipato ad inizio speciale, sebbene il disclaimer della serie tv che sottolinea gli elementi di fiction legati allo show, Fauda sembra raccontare più verità di quante un telespettatore si aspetterebbe.
ATTORI DI RILIEVO
Fauda non è solo Doron. Il cast è formato da attori e di conseguenza personaggi davvero interessanti. Proprio per questo una delle ragioni per recuperare questo show è sicuramente il cast di rilievo.
Se dovessi fare una top 5 degli attori e personaggi più interessanti di Fauda, oltre a Doron/Lior (senza ombra di dubbio, l’attore che si aggiudicherebbe la medaglia d’oro) citerei in ordine di bravura:
– Hisham Suliman al secondo posto per aver prestato il volto al terrorista Taufiq Hammed detto Abu Ahmad,
– Shadi Mar’i al terzo posto per aver vestito i panni di Walid Al Abed, braccio destro e uomo di fiducia del terrorista Abu Ahmad
– Neta Garty per aver interpretato Gali Kavillio, moglie di Doron e
– Tomer Kapon per il personaggio di Boaz, collega di Doron e fratello di Gali.
Per ognuno di questi attori e personaggi potrei sottolinearne la bravura, le scene migliori, i momenti che mi hanno fatto letteralmente appassionare ed innamorare di questi attori. Ma non lo farò e non per pigrizia o perchè questo speciale stia diventando troppo lungo (anche se ammetto di essermi troppo dilungata), ma perchè non voglio rovinarvi in alcun modo la visione di Fauda. Spero realmente che dopo aver letto questa rubrica vi siate incuriositi e possiate dare una chance a questo show.
Sappiate che avete tempo per il recupero in quanto la seconda stagione di questo political thriller verrà trasmessa da Netflix nel 2018.
Mara D., telefilm-central.org