Una mostra straordinaria a Buckingham Palace celebra il bicentenario della nascita della regina Vittoria, a cui va il merito di aver reso la residenza nel cuore di Londra un simbolo ben riconoscibile della Corona britannica
La regina Vittoria (1819-1901) ha scritto le pagine di Storia di un’epoca intera. Ha governato con fierezza un impero che, dopo di lei, avrebbe iniziato a dare segni di cedimento, per poi sgretolarsi del tutto. Il suo regno è uno dei più lunghi che la memoria umana ricordi (63 anni, 7 mesi e 2 giorni, benché ormai il record sia stato battuto dalla regina Elisabetta), tanto da far dire a suo figlio Albert, futuro Edoardo VII: “Non ho niente contro l’idea di un Padreterno, ma non sono molto d’accordo su quella di una madre eterna”.La regina Vittoria è spesso definita “la nonna d’Europa”, poiché riuscì a imparentarsi, tramite la sua numerosa prole, con tutte le più importanti dinastie reali europee, intessendo una rete di parentele che, probabilmente, non ha eguali nella Storia.A 200 anni esatti dalla sua nascita, la regina Elisabetta dedica alla sua trisnonna una mostra allestita a Buckingham Palace. Si tratta di un evento straordinario, poiché oltre all’apertura estiva del palazzo, i visitatori avranno l’occasione di conoscere più da vicino la vita della sovrana che ha dato il suo nome all’epoca più importante nella storia del Regno Unito. La Repubblica spiega che questa mostra, aperta al pubblico fino al 29 settembre, sarà incentrata su due temi principali: la creazione e il consolidamento dell’impero e la trasformazione di Buckingham Palace da una normale residenza a fulcro della corte inglese. Fu la regina Vittoria a scegliere il palazzo come dimora ufficiale. Il 20 giugno 1837, a soli 18 anni, divenne sovrana d’Inghilterra e si trasferì a Buckingham Palace tre settimane dopo. L’imponente abitazione subì, grazie a lei, numerose trasformazioni, diventando ciò che è ancora oggi. Vittoria riuscì a farne una casa accogliente per la sua famiglia, ma anche un emblema per i sudditi e per il mondo intero: il centro politico da cui si irradiava il potere, raggiungendo ogni angolo dell’impero e a cui tutto doveva tornare.La regina riuscì a creare un vero e proprio quartier generale servendosi delle tradizioni come, per esempio, le apparizioni sul balcone che aspettiamo ancora oggi nei più importanti eventi ufficiali, ole feste annuali di primavera in cui scorrono fiumi di tè. In occasione della mostra saranno aperti ambienti come la sala da ballo, 33 metri di lunghezza per 18 di larghezza, dove è posizionato un antico organo. Per rivivere le atmosfere ottocentesche è stato ricostruito, attraverso gli ologrammi, lo Stuart Ball avvenuto il 13 luglio 1851, una festa a tema che rievocava lo stile della corte di Carlo II. La ricostruzione rivive sulla melodia de La Traviata di Giuseppe Verdi. I visitatori potranno anche ammirare anche il costume che indossò la regina Vittoria per l’evento, disegnato dallo stilista Eugène Louis Lami: un corpetto e una gonna a ruota con effetto moiré (un tessuto su cui si crea un effetto ottico caratterizzato da ondulazioni) impreziosita da pizzo dorato, con una sottogonna di broccato rifinita in oro e argento.Nel suo diario la regina descrisse la serata con queste parole: “Ero così orgogliosa e contenta di vedere il mio amato Albert dall’aspetto così bello, veramente reale e distinto e così tanto ammirato. Devo dire che i nostri costumi sono stati realizzati magnificamente”. Frasi in cui è evidente l’amore che la sovrana provava per il fascinoso e sempre elegantissimo marito. Sotto al commento Vittoria ritrasse se stessa, il suo fratellastro Charles Leiningen e il principe Albert vestiti a festa. Si passa, poi, nella Ball Supper Room, in cui le decorazioni originali del soffitto vengono fatte “rivivere” con delle proiezioni. La regina Vittoria e Albert potevano osservare lo sfondo blu con stelle d’oro e uccelli esotici che avevano scelto. Nella sala da pranzo il pezzo più maestoso è la meravigliosa fontana da tavolo Alhambra in argento. Nella Sala del Trono, invece, ci sono i Chairs of Estate, la coppia di troni usati per l’incoronazione di Vittoria, ma anche quelli utilizzati per l’incoronazione di Elisabetta II e dei suoi genitori. Infine vi è la Grande Scalinata disegnata dall’architetto John Nash, la Picture Gallery di 47 metri dove si trovano i dipinti principali della Royal Collection (ci sono anche opere di autori italiani) e i giardini di 16 ettari. Grazie alla regina Vittoria Buckingham Palace è divenuto un luogo incantato.
Francesca Rossi, ilgiornale.it